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Riscossione Sicilia, sindacati in pressing sul governo: "Passaggio funzioni a ente nazionale"

Tiene sempre banco il caso di Riscossione Sicilia, la società regionale per il recupero dei tributi. Ieri, in serata, il presidente della Regione, Nello Musumeci aveva comunicato di aver "incontrato nelle scorse settimane il ministro dell’Economia Tria e ci ha assicurato che avrebbe istituito un tavolo tecnico per affrontare la vicenda di Riscossione Sicilia, ma ancora non abbiamo notizie".

"Abbiamo sollecitato il ministro ad intervenire per accelerare le procedure per risanare la situazione finanziaria. Se il ministero non si muove in questa direzione solleciteremo ancora la prossima settimana tenuto conto delle esigenze immediate - ha proseguito Musumeci - questo parlamento, con una legge approvata dall’Ars, ha deciso di affidare allo Stato la riscossione dei tributi in Sicilia e noi ci siamo adeguati, ma non si è accertato della disponibilità dello Stato di accettare la proposta".

Ma le parole da sole non bastano per rassicurare i lavoratori di Riscossione Sicilia che, dopo essere stata sostanzialmente posta in liquidazione dal governo Crocetta, ha anche un debito nei confronti di Montepaschi di oltre 100 milioni di euro.

Per la Cisl, "siamo al bivio. E non ci sono altre strade". Attraverso una nota, la federazione regionale Cisl di settore: First Sicilia e First Riscossione Sicilia sollecitano il governo regionale: "O una norma nella Finanziaria dello Stato, o un nuovo progetto siciliano, tertium non datur".

"Il governo regionale - scrive il sindacato - si faccia carico di una soluzione: faccia sentire forte a Roma la voce dell’Isola perchè nella Finanziaria che il Parlamento si accinge a discutere sia inserita una norma che trasferisca all’Agenzia delle entrate, Riscossione, le sue competenze e il suo personale. O, se Roma è sorda e distratta, metta a punto, attraverso il confronto con le forze sociali, un nuovo progetto che assicuri efficienza operativa, tutela dei 700 dipendenti. E salvaguardia delle prerogative dell’Autonomia".

Giuseppe Gargano, segretario generale UILCA Sicilia ed Enrico Pellegrino, leader della UILCA in R.S. chiedono immediate soluzioni: "Prendiamo atto della posizione del Governatore, e continueremo a tenere altissima l'attenzione sulle prossime dinamiche che interesseranno R. S., a tutela dei circa 700 lavoratori interessati ed a garanzia di un servizio importantissimo come l'esazione. Alle parole - dicono - dovranno seguire i fatti, e la Regione dovrà tempestivamente mettere in atto quanto è stato affermato dal Presidente, a partire dalla definizione del C.d.A. e dalla firma del CCNL di categoria".

I sindacati Fisac Cgil, Ugl Credito e Unisin definiscono in una nota "confortanti le parole di ieri all’Ars del presidente della Regione Nello Musumeci che, avocando a sè la delega sulla vicenda riscossione ha detto che la posizione del governo regionale è applicare la Legge in vigore aprendo un dialogo costruttivo con il Ministero dell’Economia e l'agenzia delle Entrate per far confluire funzioni e personale di Riscossione Sicilia nell’Ente nazionale di Riscossione".

"L'ipotesi di un ente regionale - sottolineano - condannerebbe la Regione a ulteriori gravi esborsi che i cittadini siciliani non si possono permettere, a fronte di un servizio efficiente ed a costo zero offerto da Agenzia delle Entrate nel resto d’Italia". Dai sindacati un appello alla ragionevolezza a tutti gli schieramenti politici, "procedendo alla stipula di un accordo con reciproca convenienza, nell’interesse dei cittadini siciliani e dei 700 lavoratori del settore che attendono una mossa del Governo nella direzione segnata. Sappiamo bene che la nostra battaglia non è finita - concludono - e non molleremo nemmeno un attimo la lotta, perchè è la lotta per il nostro futuro e delle nostre famiglie".

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