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“Salvagente” per i Comuni siciliani. La riforma radicale degli enti locali

A Montecitorio la ministra Lamorgese ha indicato le mosse del governo nazionale. Tamponare la falla dei bilanci e superare la crisi strutturale Non si ferma la protesta dei sindaci che rivendicano risposte

Sono due gli interventi al vaglio del Governo nazionale, per venire incontro al grido d’allarme che da settimane i sindaci, in primis quelli siciliani, hanno lanciato per la grave crisi finanziaria dei comuni. Un primo intervento per risolvere i problemi di bilancio per l’anno 2021 e un secondo di carattere più strutturale, con la riforma del Testo unico degli enti locali ad inizio 2022.
Le prime risposte sono arrivate ieri, durante il question time alla Camera, proprio nel giorno in cui le delegazioni di sindaci delle province di Palermo, Messina, Trapani, Caltanissetta e Ragusa (dopo quelli di Catania e Siracusa), hanno incontrato i rispettivi prefetti. «Il tema della crisi finanziaria degli enti locali, soprattutto quelli dei comuni del Mezzogiorno, è al centro dell’agenda del Partito Democratico – spiega il deputato messinese del Pd, Pietro Navarra –. Con i colleghi Miceli, Raciti e Cappellani abbiamo subito fatto nostre le richieste che i sindaci dei Comuni siciliani hanno rivolto al Governo nella manifestazione tenutasi a Roma qualche settimana fa. Abbiamo, quindi, subito avviato un’interlocuzione con il ministero dell’Economia e delle Finanze e con il ministero degli Interni. Oggi, al question time della Camera dei Deputati, abbiamo avuto una prima risposta da parte della ministra Lamorgese».

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