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Centrodestra in Sicilia, calma apparente. È l’ora del rito e della farsa

Nello Musumeci, dopo l’imboscata subita all’Ars, avvia gli incontri con i partiti

Raffaele Lombardo

Nella farsa argomenti e protagonisti si ispirano all’immaginazione ma devono avere connotati credibili e verosimili. La crisi politica del centrodestra siciliano costruisce la sua rituale pantomima. Cambiano sceneggiatura e dialoghi: dalle roboanti dimissioni del fumantino Musumeci, scandite al passo di «traditori e accattoni», all’incontro «franco, cordiale e costruttivo» con Miccichè per distendere un velo di calma apparente sui bollenti spiriti che hanno animato il conflitto dei giorni scorsi. Da dietro le quinte si fa vedere Raffaele Lombardo, non più un’ombra alla regia. E detta la linea: «Mi dispiacerebbe che adesso tutto saltasse a gambe per aria», sarebbe opportuno fare raffreddare il clima surriscaldato». L’ex governatore è impegnato a «verificare nei prossimi giorni come può evolvere la situazione. Nello Musumeci ha pensato di potere avere rapporti soltanto con i suoi assessori e non con i partiti della sua maggioranza, ma adesso sembra che la situazione stia per cambiare. Bisogna attendere l’elezione del Presidente della Repubblica». È lo snodo da quale dipendono gli equilibri anche in Sicilia. Per ora farsa avanti tutta, nel tentativo di mettere un po’ di ghiaccio sulla ferita di Musumeci , colpito sotto la cintura dai falangisti del centrodestra. Così il governatore apre la fase della liturgia, con le consultazioni che dovrebbero allentare i conflitti della maggioranza.

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