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Sicilia, il Pd: «Sì al voto tradizionale». M5S: «No, solo elettronico»

Spaccatura sulle primarie per la scelta del candidato presidente

Il percorso del centrosinistra per le primarie è stato tracciato: presentazioni delle candidature tra il 23 e il 28 giugno e voto “ibrido” (elettronico e in presenza) il 23 luglio. Da queste consultazioni emergerà il candidato alla presidenza della Regione. La formula è ancora da «limare» si affrettano a puntualizzare Pd e Cinquestelle. Solo che non si tratta di un ritocco superfluo, ma di una regola che potrebbe spostare gli equilibri del voto. Da qui la divergenza che rischia di aprire una crepa, perché i “grillini” vogliono strutturare le primarie solo sul voto elettronico. Il Pd, invece, considera la classica scheda nell’urna una doverosa alternativa, come osserva il segretario regionale del partito democratico, Anthony Barbagallo: «Chi esce da casa per esprimere la propria scelta deve poterlo fare anche in modo tradizionale». E che la corda sia tesa lo dimostra la repentina replica dei Cinquestelle, affidata al capogruppo all’Ars, Nuccio Di Paola: « Anche nei pochi gazebo che saranno allestiti nei territori, per affiancare il voto on line da remoto, tutte le procedure andranno digitalizzate per evitare che ci siano proteste e contestazioni, come sempre avvenuto in passato in occasione di consultazioni di questo tipo». Una divergenza che ostruisce il percorso verso la consultazione popolare. I “grillini” temono che i gazebo possano diventare roccaforti del Pd, in grado di condizionare l’esito del voto.

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