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La nuova sfida di Stefania Prestigiacomo: "È tempo di lavorare per vincere"

La storica esponente di Forza Italia: «Ho dato disponibilità, sosteniamo Schifani per dare un buon governo alla Sicilia Compatti a Palermo e Roma. De Luca? Un sintomo della malattia della politica»

Stefania Prestigiacomo

On. Prestigiacomo, giorni difficili per comporre le liste: dopo tanti anni alla Camera, una nuova sfida in Senato?

«Questa volta, dopo anni a Montecitorio, sarò candidata al Senato nella lista di Forza Italia della Sicilia orientale. Per me è un grande motivo di orgoglio e ringrazio il presidente Berlusconi e il mio partito per la rinnovata fiducia. È una nuova sfida che mi stimola e spero di poter mettere a Palazzo Madama la mia esperienza al servizio del paese e della mia Sicilia».

La Sicilia le chiede un impegno forte per la zona industriale siracusana, per il Ponte sullo Stretto, e per le “solite” emergenze come rifiuti, acqua e infrastrutture.

«Un impegno che solo Forza Italia ha profuso in questi anni in Parlamento. I poli energetici e petrolchimici siciliani di Priolo, Milazzo, Ragusa e Gela hanno bisogno di essere sostenuti nel processo di transizione e riconversione ecologica che deve tenere assieme le ragioni dell’ambiente, quelle del lavoro e dell’economia del territorio. Mi sono battuta nell’ultimo anno per creare le condizioni di una transizione sostenibile anche socialmente per l’industria “pesante”. Se vogliamo che il paese accetti e sostenga la sfida ambientale non dobbiamo contrapporla allo sviluppo e all’occupazione, anzi dobbiamo far sì che questa sfida sia motore di nuova crescita e induca nuovo lavoro. E a proposito di ambiente sono legate a questo tema le emergenze siciliane, penso ai rifiuti con gli impianti che non si riescono a fare e le discariche ancora aperte, l’acqua che manca, in uno scenario di crescente desertificazione, mentre la maggior parte si perde in condutture colabrodo. E poi l’eterna questione delle infrastrutture. Dico sempre che in treno per gli 800 km da Salerno a Milano si impiegano 5 ore, per gli 800 km dalla mia Siracusa a Roma 12 ore. È una discriminazione intollerabile per la Sicilia e tutto il sud. Il Ponte sullo stretto, ovviamente, è la infrastruttura chiave, oltre che il sogno di generazioni, per superare questo gap che è economico e di civiltà».

Si è occupata della vicenda Lukoil cercando una soluzione definitiva. Sono in gioco migliaia di posti di lavoro. Dovrà essere uno dei principali punti all’ordine del giorno del prossimo Governo?

«Poco prima che cadesse il governo Draghi, sono riuscita con una emendamento inserito nel decreto “aiuti” a far istituire un tavolo presso il ministero dello Sviluppo economico con l’obiettivo di salvare lavoro e produzione in questo momento delicatissimo. La situazione legata alla guerra in Ucraina non sembra destinata ad una rapida soluzione. Dobbiamo attrezzarci sul fronte energetico, ma anche per salvare un sistema economico che ruota attorno alla Isab-Lukoil con migliaia e migliaia di addetti che dall’oggi al domani potrebbero restare senza lavoro.

Lei aveva dato la sua disponibilità ed il presidente Berlusconi l’aveva indicata per la presidenza della Regione. Cosa le è dispiaciuto maggiormente nella mancata candidatura?

«Sono una militante di Forza Italia, appassionata della mia terra. Se il partito mi chiama, io do la mia disponibilità con orgoglio. Ma siamo una coalizione e bisogna trovare candidati che, oggi in Sicilia, domani nelle altre regioni, ottengano la piena convergenza di tutti gli alleati. Renato Schifani è il nostro candidato, ha già ricoperto alti incarichi istituzionali, non è tempo di recriminazioni, è il tempo di lavorare per vincere le elezioni e dare un buon governo alla Sicilia».

In tanti a sinistra l’hanno ammirata per il suo istinto umanitario in occasione della vicenda della Sea Watch3 e hanno sottolineato che quella sarebbe stato motivo per candidarla. Ed anche Salvini sembrava averla “perdonata”. Ed allora?

«Gli elogi della sinistra mentre si decidono le candidature del centrodestra sono siluri, non complimenti. Io non devo essere “perdonata” da nessuno. Salvini è un politico intelligente e comprende che in una coalizione possono esserci sensibilità differenti su episodi specifici nell’ambito della medesima visione complessiva».

Mi dica una cosa che le è piaciuta dell’operato di Musumeci e una cosa che gli rimprovera.

«Ha cercato e in parte è riuscito a rimettere in carreggiata i conti della Regione. Non ha coltivato la coesione della maggioranza».

Lei ha avuto parole di elogio per Renato Schifani. Crede che il centrodestra voterà compatto? E De Luca sorprenderà tutti come sempre?

«Il centrodestra il 25 settembre ha una grandissima occasione: tornare alla guida del paese in un momento di grande importanza, sia a livello interno che internazionale e, contemporaneamente, confermarsi coalizione vincente in una delle più importanti regioni d’Italia. Sarebbe stolto non cogliere questa opportunità. Voteremo compatti e vinceremo a Roma e Palermo. Cateno De Luca è un sintomo della malattia della politica. Noi siamo perché la politica guarisca, viva, governi.

Lei si è distinta come ministro per le Pari opportunità prima e poi dell’Ambiente, per il suo carattere con scelte spesso controcorrente. Ed ultimamente la sua attività parlamentare è stata sostenuta in maniera bipartisan. Dica la verità, lei è un parlamentare scomodo e difficile da gestire?

«Mi pare che dal ‘94 sono impegnata nello stesso partito, Forza Italia, in quel partito sono stata vicecapogruppo alla Camera, per quel partito sono stata ministro per le pari opportunità e ministro dell’ambiente. Forse quelli scomodi e difficili erano altri, e infatti tanti sono andati via. Quanto alle battaglie bipartisan, per le donne, per i diritti e per l’ambiente, le rivendico come un merito e nel mio partito, di ispirazione cattolica e liberale, sui temi etici è sempre stata riconosciuta libertà di coscienza».

Oggi i cambi di casacca, anche nelle coalizioni opposte, sono sempre più all’ordine del giorno. Quante proposte ha ricevuto negli anni? Mai nessuna tentazione?

«Proposte tante, tentazioni nessuna. Forza Italia è la mia casa, ho contribuito a fondarla in Sicilia è la mia famiglia politica. E mai come in queste elezioni è fondamentale impegnarsi per irrobustire Forza Italia per avere un centrodestra più riequilibrato».

La Gelmini e la Carfagna sono approdate ad Azione. Calenda l’ha mai chiamata?

«No. Politicamente sono una che magari in silenzio soffre, ma non s’offre».

Prima la candidatura alle Regionali poi alle Nazionali. Ma lei non va in vacanza?

«Quest’anno la politica non va in vacanza. Mi riposerò quando sarò in pensione. Fra moltissimi anni».

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