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Sottosegretari al Governo: la messinese Siracusano in pole. Quali ruoli per Minardo e Miccichè?

Si dovrebbe sciogliere oggi il rebus. La deputata di Forza Italia, tra i siciliani, è quella che ha più chance

Matilde Siracusano

Dovrebbe essere oggi il giorno dei viceministri e dei sottosegretari al Governo ma in questa tornata la Sicilia rischia di essere la grande sconfitta. I profili in ballo, infatti, sembrano essere davvero pochi e, addirittura è probabile la prospettiva che si possa chiudere la fine della giornata con un pesante zero in tabella. I dubbi, comunque, saranno sciolti durante il Consiglio dei ministri che dovrebbe completare una volta per tutte la squadra di governo di Giorgia Meloni. Lo schema dovrebbe attribuire a Fratelli d’Italia il 50 per cento dei 39 incarichi (9 viceministri e 30 sottosegretari) più il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, già nominato ed al quale dovrebbe essere assegnata delega per l’intelligence, e l’altra metà suddivisa tra gli alleati. A Forza Italia dovrebbero spettare 2 viceministri e 6 sottosegretari o 3 vice e 5 sottosegretari; alla Lega, 2 viceministri e 8 o 9 sottosegretari a seconda di quanti – uno o due – ne saranno assegnati a Noi Moderati. La distribuzione resterà aperta fino all’ultimo minuto: i posti a disposizione sono limitati rispetto al numero dei pretendenti ma all’interno dei partiti sono ancora in tanti a sgomitare per ottenere l’ambita nomina. Alla fine, però, gran parte delle ambizioni siciliane potrebbe finire con una delusione visto che in pole position per entrare nell’esecutivo sono solo in tre. In rigoroso ordine di probabilità restano in corsa la deputata messinese di Forza Italia, Matilde Siracusano, il modicano Nino Minardo, uomo di punta della Lega nell’Isola e il palermitano Gianfranco Miccichè, ex presidente dell’Ars ed attuale coordinatore degli azzurri. Di questi il nome che sembra avere le maggiori chance di successo è quello di Matilde Siracusano, riconfermata parlamentare alle ultime elezioni e compagna del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto: molto stimata negli ambienti di Forza Italia, a suo favore giocherebbe pure il fatto che all’interno del suo partito chiedono di riequilibrare lo spazio per le donne e così le potrebbe essere offerto il ruolo di sottosegretario per il Sud, affiancando così l’ex governatore siciliano, oggi ministro Nello Musumeci. L’indicazione iniziale era quella del deputato calabrese Giuseppe Mangialavori su cui il presidente del Consiglio avrebbe messo il veto perché alcune indiscrezioni di stampa avrebbero fato allusioni su suoi presunti legami con la ‘ndrangheta. Forza Italia con il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulé, si è schierata a fianco del suo parlamentare: “Saremmo all’anno zero della politica se nella scelta dei sottosegretari dovesse esserci un problema, addirittura, come riportano alcuni giornali, un no nei confronti dell’onorevole Mangialavori, che non è stato né condannato, né imputato, né indagato, né raggiunto da alcun avviso di garanzia per vicende legata a fatti di ‘ndrangheta o altro”, per cui se l’ostacolo fosse superato Siracusano potrebbe essere dirottata ai Rapporti con il Parlamento. Da parte sua il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, farà di tutto – ma non è detto che ci riesca – per piazzare Nino Minardo all’Agricoltura in maniera da accontentare le legittime richieste che arrivano dai territori ma, eventualmente, potrebbe ripiegare per gli Affari Regionali o per l’Economia, dicasteri entrambi retti dal Carroccio. Miccichè, invece, continua a essere inserito nella lista nonostante abbia dichiarato che la sua intenzione sarebbe quella di dire no al Senato per scegliere Palazzo dei Normanni e magari essere l’assessore alla Salute nella giunta guidata da Renato Schifani. Ma il gradimento nei suoi confronti, sia a Roma che in Sicilia, sembrano essere in calo, così come avrebbe perso smalto la quotazione dell’assessore regionale al Turismo, Manlio Messina: stimato da Giorgia Meloni, a questo giro potrebbe restare fuori perché alla sua prima legislatura.

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