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Caterina Chinnici: "Aderisco al Ppe nella delegazione di Fi"

Le posizioni su gender, diritti, Gpa «mi mettono in difficoltà. Quando si parla di diritti delle coppie che vengono prima di quelli dei bambini, pur essendo io molto aperta, non posso condividere»

Caterina Chinnici

Caterina Chinnici (figlia di Rocco, che diede vita al pool Antimafia e fu ucciso da Cosa nostra nell’83) ha lasciato dopo quasi due legislature il gruppo dei Socialisti e democratici europei. «Io ero una indipendente, lo sono e lo sarò sempre e così ho deciso di aderire al Ppe, nella delegazione di Forza Italia» spiega in un’intervista al Corriere della Sera l’eurodeputata, che è stata candidata nelle liste del Pd per due volte.

«Io sono stata sempre una moderata, per la mia storia di magistrato lavoro su temi come i diritti dei minori, sul contrasto al terrorismo, alla criminalità organizzata, e su tutti i profili connessi con le agenzie europee di giustizia e affari interni» aggiunge. In questa legislatura, «che ha visto cambiare profondamente il Parlamento, mi sono sentita sempre più a disagio. Mi sono spesso trovata a condividere il mio lavoro e impegno con i colleghi del Ppe, con cui ho anche ottimi rapporti personali, che non con quelli del mio gruppo».

Caterina Chinnici ha «sempre lavorato e molto su temi giuridici, sulla sicurezza. E su queste tematiche, ultimamente, mi sentivo molto sola. Non sempre ho avuto il necessario sostegno». L’eurodeputata conosce Elly Schlein «da tanto, ne apprezzo l'autenticità dell’impegno. Ma su alcuni temi abbiamo visioni diverse, e inoltre il gruppo dei Socialisti e democratici nel tempo si è spostato sempre più a sinistra. Troppo, per me». Le posizioni su gender, diritti, Gpa «mi mettono in difficoltà. Quando si parla di diritti delle coppie che vengono prima di quelli dei bambini, pur essendo io molto aperta, non posso condividere». Però era candidata del Pd alla presidenza della Sicilia: "Altro elemento che mi ha portato a mettere in discussione la mia permanenza. Io da non iscritta avevo dato la mia disponibilità a correre - osserva - ma poi non ho avuto nemmeno il supporto di tutto il Pd». Con il ministro Tajani «ci conosciamo e stimiamo reciprocamente dal 2014. C'è sempre stato sempre un rapporto di grande collaborazione, molto positivo e sì, ultimamente ci siamo parlati».

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