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Europee, si incrina in Sicilia il patto FI e Cuffaro

Dietro il no dei vertici nazionali di Forza Italia al patto elettorale con la Dc di Cuffaro c’è una strategia che punta a consolidare nuovi equilibri nel partito e nel Centrodestra. Il no allo scudocrociato può lanciare la corsa di Marco Falcone ed Edy Tamajo alle Europee, incoronandoli come nuovi leader in un organigramma che, di fatto, vede al centro Renato Schifani.
Nella kermesse di Taormina, organizzata dallo stesso assessore all’Economia, Forza Italia ha scoperto le carte. Lo ha fatto per primo il leader nazionale Antonio Tajani: «Noi il simbolo non lo cambiamo». La traduzione è abbastanza semplice: non può esserci spazio per altri simboli accanto a quello storico voluto da Berlusconi nel 1994. È una posizione rafforzata da Licia Ronzulli e Maurizio Gasparri.
Le porte di Forza Italia si stanno chiudendo davanti a Cuffaro, che ha bisogno di un partito nazionale per dare ai suoi candidati siciliani la possibilità di competere per Bruxelles. E, dopo una iniziale apertura ricevuta da Schifani nei mesi scorsi, l’ex presidente della Regione ieri ha preso atto della chiusura arrivata da Roma: «Ci sembra di cogliere malumori e qualche preoccupazione da una parte della classe dirigente di FI siciliana. Consci di quanto per la Dc sia importante la serenità della coalizione e il sentirci a casa nel Ppe, non vogliamo essere sopportati e, tanto meno, essere motivo di preoccupazione».
Il riferimento di Cuffaro è ai dubbi espressi da sempre da Marco Falcone sull’apertura della lista alla Dc. Ma che la porta si sia chiusa lo dimostra anche una frase pronunciata, sempre a Taormina, dal presidente Schifani: «Forza Italia non è un autobus». Anche se poi ha aggiunto una considerazione che tiene aperte delle “chance” per Cuffaro: «Altra cosa è aprire Forza Italia a chi nella propria storia ha sempre dimostrato di condividere i valori del Partito popolare europeo».

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