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Il Museo di Ragusa intitolato a un archeologo fascista: scoppia la polemica, deputati scrivono a Schifani

Sta sollevando una ridda di polemiche la scelta della Regione siciliana di intitolare il museo archeologico di Ragusa a Biagio Pace, archeologo e politico fascista. A proporre l’intitolazione, apprezzata dalla giunta regionale nei giorni scorsi, è stato l’assessore ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato, esponente di Fratelli d’Italia. Con una lettera indirizzata al presidente della Regione Renato Schifani e all’assessore Scarpinato, il gruppo parlamentare del Pd sottolinea che Pace è una figura «alquanto divisiva» e che «non rispecchia di certo il substrato politico e culturale di Ragusa, città libera, democratica e antifascista».

Pur ricordando «i meriti accademici e di studioso» di Pace, i deputati dem lo definiscono «un fascista della prima ora». E la deputata regionale Stefania Campo (M5s) aggiunge: «C'è già stato un maldestro tentativo, nel 2012, di intitolare questo museo a Pace, atto poi ritirato perché mancavano i presupposti storici che legassero il nome dell’archeologo di Comiso al museo di Ragusa».

Peppe Calabrese, consigliere comunale dem di Ragusa, rincara la dose: «Pace fu una camicia nera, parlamentare del Pnf per quattro legislature, volontario nella guerra d’Etiopia; durante la seconda guerra mondiale fu sottotenente in Nordafrica, poi fondatore del Msi, esponente della nobiltà agraria di cui difese gli interessi insieme all’amico Filippo Pennavaria. I meriti di studioso possono essere sufficienti a cancellare ciò che quell'uomo rappresenta nella pagina più buia della storia d’Italia?». Per il consigliere comunale Gaetano Mauro «è un’onta troppo grande per la democrazia di questo Paese diviso, che nessuno si prende la briga di ricucire. Un tentativo di approfittare delle sue fratture per un briciolo di visibilità». Annunciando l’intitolazione del museo a Pace, l’assessore Scarpinato aveva parlato di «gesto di riconoscimento e gratitudine che valorizza l’impegno e il lascito nel campo dell’archeologia».

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