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Voto di scambio e corruzione a Catania, Sammartino potrebbe tornare al governo: Schifani "congela" la sua delega

Se il Tribunale del Riesame di Catania annullerà la misura cautelare della sospensione Schifani, pronto ad accogliere il suo vicepresidente, “congela” la delega all’Agricoltura

Due settimane di tempo per decidere se togliere definitivamente il posto a Luca Sammartino. Renato Schifani ha parlato con la Lega, tastato il clima in giunta e con gli alleati, e poi ha stabilito la deadline del caso.
Il futuro politico dell’ormai ex assessore all’Agricoltura è appeso all’esito del ricorso al Tribunale del Riesame. Che normalmente valuta entro un paio di settimane la richiesta di revoca delle misure cautelari. In questo caso l’uomo forte della Lega attende di sapere se resterà in vigore la sospensione per un anno dai pubblici uffici.
Ieri, al termine della riunione della giunta, Schifani si è intrattenuto con alcuni assessori e li ha informati che «se il ricorso al Riesame fosse a lui favorevole, Sammartino potrebbe tornare in giunta». Per questo motivo Schifani terrà l’interim: un modo per congelare la situazione ed evitare che al terremoto giudiziario si agganci una crisi politica.
Perché ha capito, Schifani, che la sostituzione di Sammartino è difficilissima. Per vari motivi. Il primo è che la Lega non ha un nome pronto appartenente alla stessa corrente del ras dei consensi: ci sarebbe il palermitano Vincenzo Figuccia ma non ha alcuna esperienza - è il timore di Palazzo d’Orleans - e si troverebbe invece a occuparsi di crisi idrica e incendi. Ci sarebbe anche Pippo Laccoto, il parlamentare regionale messinese, che è anche presidente della commissione Sanità dell’Ars, che rischia di perdere il seggio per un ricorso che ha portato il Cga a disporre il riconteggio delle schede. Ma questo nome ha, appunto, vari asterischi accanto legati a eventualità al momento imprevedibili.
Per la verità da Roma un nome è stato soffiato ed è quello di Annalisa Tardino, la ex segretaria regionale della Lega che è anche eurodeputata uscente. È un nome caro a Salvini ma non si iscrive alla corrente di Sammartino (lo stesso vale per la capogruppo all’Ars Marianna Caronia) e ciò provocherebbe problemi di equilibri interni al partito e alla maggioranza. E Schifani questi si è impegnato a evitarli.
Il presidente ieri ha discusso della situazione con Claudio Durigon, il luogotenente inviato da Salvini in Sicilia qualche mese fa. E da questa conversazione è uscita la promessa di non fare mosse fino alla decisione del Riesame. Una scadenza che il presidente ha confermato poi al termine della giunta agli assessori di Fratelli d’Italia. Aggiungendo ancora una volta di ritenere Sammartino «un assessore e un alleato competente e leale».
Proprio per dare il segnale che tutto resterà congelato per un paio di settimane ieri Schifani, da assessore ad interim, ha confermato i membri politici del gabinetto di Sammartino. E ha parlato con i due dirigenti generali dell’assessorato, Fulvio Bellomo e Dario Cartabellotta, incaricandoli di fatto di prendere le redini e gestire le emergenze siccità e incendi fino a quando non matureranno le condizioni per avere un altro assessore (o il vecchio).

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