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Il divieto di nascere nelle isole minori, un "genocidio" silenzioso

C’è un genocidio strisciante che sta cancellando l’identità di un popolo frastagliato, suddiviso in piccoli “satelliti” umani che sopravvivono ai margini della civiltà. Un repulisti razziale che non usa le tradizionali armi di sterminio di massa, ma semplicemente impedisce alle comunità periferiche di rinnovare le proprie radici, facendole inaridire e poi seccare.

Vittime di questa pulizia etnica sono i figli delle isole minori, costretti ad affacciarsi alla vita lontano dai luoghi di origine, spezzando la catena identitaria. Così alle Eolie così come alle Egadi, a Pantelleria, stanno crescendo generazioni sradicate proprio nel punto di congiunzione, quello che dovrebbe garantire la continuità di appartenenza. Sono i figli degli ospedali dell’isola matrigna, quella Sicilia che ha tagliato il cordone ombelicale con le sue creature più indifese, zattere sparpagliate in mezzo al mare, dove non si vede la luce per decreto. I punti nascita non rispettano parametri economici, costa troppo garantire il diritto all’esistenza di un popolo all’anagrafe di profughi.

E’ una ferita permanente che va oltre i connotati, perché sterilizza la più profonda intimità culturale e spirituale che si crea quando il luogo diventa genitore. Una radice che genera il nutrimento dell'identità e che custodiamo come una reliquia in ogni angolo del mondo. Basterebbe ascoltare le giovani donne che vivono su queste isole per cogliere sentimenti di rabbia e sofferenza rispetto al furto di un patrimonio che si disperde. Lipari, Pantelleria, sopravvivranno fino a quando il processo d'estinzione non le cancellerà dall'ultima carta d'identità. Poi potranno anche cambiare nome. E magari saranno ribattezzate in un'ottica esotica per ispirare i desideri dei turisti.

Ma la realtà dei diritti espropriati nell’assistenza sanitaria è molto più ampia, perché include tutte le comunità periferiche e montane, costrette a fare i conti con l’assenza di servizi indispensabili che rendono la vita dei cittadini ancora più precaria e insicura. Chissà se nel piano di resilienza che la Sicilia ha presentato, e per il quale incasserà un pacco di miliardi, è stata inserita una briciola per garantire una sanità più equa anche alle aree marginali dell'Isola. Chissà se eoliani e panteschi potranno recuperare il diritto alle radici. Non è solo un nome nella carta d'identità, una formalità amministrativa. E' un sentimento ancestrale che nelle origini trova il suo sguardo speciale.

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