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Beatrice Quinta, una guerriera sognatrice. La cantante siciliana rivelazione di X Factor madrina del Palermo Pride

Beatrice Quinta

Un grintoso elettropop coi colori dello stile cantautorale la cifra artistica della palermitana Beatrice Quinta (vero cognome Visconti), classe 1998, seconda classificata all’ultima edizione di “X-Factor” e rivelazione del talent Fremantle. Dopo il grande successo di “$e$$o” (oltre 3,5 milioni di stream su Spotify) e del “Club Showcase Tour 2023” e l’uscita di “Attrazione fatale” (Sony Music Italy), domani l’artista tornerà nella sua città come madrina del Palermo Pride, proponendo in serata, al Palermo Pride Official Stage (Cantieri Culturali alla Zisa), un concerto parte del suo “Showcase Summer Tour”. Con alcune cover e l’ultimo singolo «Attrazione fatale», che invita alla consapevolezza di sé. Un pezzo nato, come ha detto l’artista, in un periodo in cui stava recuperando fiducia in se stessa, scritto con MXMLN (Maximilian Dello Preite) dei Tauro Boys e prodotto da Celo.

Torni a Palermo come testimonial contro l’omofobia…
«Credo che persista un clima di intolleranza verso la diversità in generale, e questo mi fa paura. Dobbiamo ricordarci che il Pride non è una festa ma una battaglia, e sono felice di essere madrina della manifestazione, perché è il momento di dare segnali forti».

Palermo è anche il luogo dove hai iniziato il tuo percorso musicale.
«Sono stata notata al debutto live al Palab dal mio primo produttore, Riccardo Piparo dei Ti.Pi.Cal., con cui gradualmente ho costruito il mio sound. Sono poi arrivati diversi concorsi e Sanremo Giovani 2015 col brano “Paulette”, giunto alla selezione finale. Dopo quella parentesi ho cambiato look e modo di scrivere, ho lasciato Palermo e da lì è cambiato tutto».

Infatti dal mood melodico di quel pezzo sei passata allo stile di oggi. Quali sono i tuoi riferimenti?
«Sono cresciuta col pop americano, influenza artistica che ho accostato allo stile di grandi cantanti italiane come la Rettore, la Bertè e soprattutto la Carrà: personalità decise, donne forti che non hanno mai avuto paura di esternare le proprie idee e che mi hanno ispirata col loro straordinario talento e carisma».

Tuo coach a “X-Factor” è stato Dargen D’Amico. Cosa ti ha lasciato quell’esperienza?
«Da Jacopo credo d’aver imparato ad accettare i miei difetti e trasformarli in punti di forza; ma anche a non chiedere mai scusa per come sono e cosa sogno, e lui è un grande sognatore come me. Ma “X-Factor” è una vera palestra per cantanti che fa crescere il lato artistico di ciascuno e a me ha dato una forza incredibile, decisiva».

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