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Il sindacato unico militari si presenta a Messina

Al 24. Peloritani il presidente nazionale colonnello Antonello Arabia

Aveva lasciato alcuni anni fa Messina per assumere un prestigioso incarico a Roma. Qualche giorno fa il colonnello Antonello Arabia, già comandante del 24 Reggimento artiglieria “Peloritani”, di stanza nella città dello Stretto, nella caserma Emilio Ainis di via Taormina, è tornato ma con un’altra veste. Una città, e una caserma, assai care all’alto ufficiale che, anni addietro, in occasione dell’alluvione di Giampilieri fu tra i primi ad accorrere nei luoghi per dare aiuto, assieme ai suoi uomini, alla popolazione. Allora era infatti comandante del “24” che, sempre grazie all’incisiva azione di rilancio del reggimento, proprio negli anni sotto la guida Arabia venne per la prima volta impiegato nelle missioni all’estero. Anche in occasione del disastro di Giampilieri il colonnello Antonello Arabia dimostrò ancora una volta sul campo il suo attaccamento al territorio e alla popolazione e la sua fedeltà alla divisa rimanendo ininterrottamente in prima persona sui posti per coordinare i soccorsi che garantirono il salvataggio di tante vite umane e la messa in sicurezza di numerose abitazioni.

  • Comandante in quale veste torna nella nostra città?

“Sono testimone di  un progetto nuovo al quale ho aderito da circa un anno. Sono contento di tornare a Messina, che considero la mia città d’adozione che mi ha visto crescere quale giovane ufficiale del 24 Reggimento. Sono tornato in questi giorni quale presidente del “Sindacato Unico dei Militari”, una realtà giovane, istituita nel settembre dello scorso anno e operativa (con riconoscimento del Ministero della Difesa) dal 27 marzo di quest’anno. Noi siamo un sindacato interforze, per il momento con una forte presenza di personale dell’Esercito. Stiamo  incontrando i colleghi che prestano servizio nelle caserme dell’Esercito in tutta la Sicilia, cominciando il nostro ciclo di incontri informativi a Palermo, per poi venire a Messina e Catania. Mi sia consentito, tramite la Gazzetta del Sud e il suo importante sito di riferimento, ringraziare il comandante della Brigata “Aosta” per la calorosa accoglienza riservata al nostro sindacato,  e tutti quei comandanti che ci hanno voluto incontrare. Un particolare ringraziamento va pure a Catania dove abbiamo avuto modo di confrontarci, in maniera proficua, prima della riunione, con il comandante del “62 Reggimento Sicilia””.

  • Ma la realtà sindacale all’interno delle Forze Armate e Forze di Polizia a ordinamento militare non viene vista come una contraddizione con la militarità, la disciplina, l’obbedienza?

“La legge n. 46 del 2022, approvata dopo un lungo e controverso dibattito parlamentare, ha riconosciuto il diritto dei militari a costituire delle associazioni professionali a carattere sindacale tra i militari. Questa legge, a mio parere, nasce da un compromesso al ribasso tra le forze politiche di maggioranza della precedente legislatura, pertanto rappresenta un limite alla piena operatività dei sindacati. Conseguentemente, così come abbiamo chiesto, andrebbe riformulata in alcune sue parti. Peraltro, la cosa ci è stata confermata dalla prof. Ballestrero, docente di Diritto sindacale all’Università di Genova, che, interpellata, non ha espresso un parere positivo sul portato normativo vigente. Tuttavia la consideriamo una  buona base di partenza per poter tutelare i diritti di tutto il personale militare  in termini di trattamento economico in servizio e in quiescenza, sostegno medico legale, supporto psicologico, sostegno alle famiglie e alla genitorialità, diritti sociali necessari per  prendersi cura dei minori o dei disabili. Quindi non avvertiamo alcuna contraddizione con la nostra specificità militare. Fermo restando che la legge ha chiaramente sancito che non si può esercitare il diritto di sciopero”.

  • Come  è organizzato il sindacato che lei rappresenta in àmbito nazionale?

“Siamo un sindacato interforze, al momento con forte presenza Esercito e iscritti di Marina e Aeronautica. Il sindacato è diretto da un segretario generale, Pasquale Chiacchio, e  da un vicesegretario, Luana Schepis. Carlotta Lorefice mi affianca quale vice nella presidenza del “Sum”. Peraltro proprio la vicepresidente doveva essere presente a qualcuno dei nostri tour ma un incidente al lancio (è una paracadutista militare) non le ha consentito di poter partecipare.  La parte Amministrativa è invece sovrintesa da Maurizio Mancusi. In Sicilia mi hanno seguito nei vari incontri Marcello Caccamo (nostro validissimo presidente regionale) e Giuseppe Minardi, nella sua qualità di  segretario regionale. Abbiamo poi 14 Dipartimenti tematici, un ufficio studi e l’Area Negoziale Dirigenziale”.

  • Quali le sue considerazioni al termine degli incontri con il personale?

“Devo riconoscere in maniera altalenante in termini di presenze, vista la volontarietà di partecipazione e, in alcune circostanze, una possibile azione di “alte influenze esterne”  volte a favorire quell’associazione piuttosto che un’altra. Però sono voci da approfondire. In  alcuni reparti l’affluenza è stata cospicua, in altri limitata nei numeri. Ma la cosa non ci preoccupa: l’importante è avere instillato il virus del sapere. Quale quello dell’ indennità una tantum di 100 euro per i VFP1 (i volontari in ferma prefissata di 1 anno) che prestano servizio oltre il normale orario. Abbiamo fornito anche copia delle circolari applicative e auspichiamo che, al più presto, i nostri volontari possano percepire quanto gli spetta. Comunque tutti hanno mostrato interesse per i temi trattati e gli aggiornamenti dati su alcuni  importanti provvedimenti  in discussione in Parlamento.  Abbiamo anche aggiornato i nostri iscritti sulle risultanze degli incontri avuti con il ministro della Difesa e il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito. A quest’ultimo abbiamo fatto il punto sulle nostre tematiche più importanti, qualcuna anche di attualità che riguarda l’impiego dei nostri volontari o l’iter professionale dei nostri marescialli cosiddetti “Nuovo iter”.  Proprio poi in questi giorni abbiamo scritto al ministro Crosetto, chiedendo un intervento in merito al mancato esame degli emendamenti normativi presentati al Senato  da  alcuni membri della sua maggioranza di Governo, nel quadro della conversione in legge del Decreto Legge n. 48 del 4 maggio 2023, il  cosiddetto Decreto Lavoro. Ricordiamo che gli emendamenti erano volti a sanare la situazione d’impiego definitiva per quel  personale militare che da tanti anni assiste un familiare disabile  ed è temporaneamente assegnato presso un reparto vicino al luogo di residenza del disabile e ad incrementare gli anni di temporanea assegnazione dei militari che prestano servizio presso enti vicino al luogo di residenza della famiglia, per prendersi cura di figli minori. Inoltre abbiamo presentato nelle assemblee sindacali anche il contenuto di quanto proposto al ministro in un documento consegnato l’8 maggio scorso.  In quell’occasione abbiamo chiesto in maniera esplicita che venga al più presto corrisposta l’indennità di comando per i comandanti di squadra, sergenti e graduati. Infatti ci sembra assurdo che la stessa venga percepita da chi svolge lavoro d’ufficio e non venga riconosciuta a quelle donne, e a quegli uomini, che hanno la responsabilità di comando delle loro squadre o pezzo di artiglieria in guarnigione ma in particolar modo in Teatro Operativo.

  • Comandante, con questi incontri nelle caserme avete concluso le vostre attività in Sicilia?

“Continueremo i nostri incontri la prossima settimana al Comando Militare Esercito e al Centro di Selezione dei Vfp1 di Palermo e ci ripromettiamo di andare dai nostri fanti piumati a Trapani. Sempre a breve  saremo in Campania e Lombardia.  Invitiamo le colleghe e i colleghi a venirci ad ascoltare e a iscriversi al nostro sindacato. Comunque nel mese di settembre contiamo di tornare a Messina. Quindi è un arrivederci alla Città dello Stretto”.

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