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"I Leoni di Sicilia"? Un "Gattopardo" al contrario

Presentata alla Festa di Roma l’attesissima serie (su Disney+ da domani) tratta dal bestseller di Stefania Auci. La potente storia della famiglia Florio, partita da Bagnara per fondare a Palermo un impero commerciale

Una storia, una saga familiare, per narrare un’epoca con tutte le sue contraddizioni, una vicenda di riscatto definita “Gattopardo al contrario” per i riferimenti storici. «I Leoni di Sicilia», primo capitolo della saga bestseller della scrittrice trapanese Stefania Auci (Editrice Nord), oggi è una serie diretta da Paolo Genovese, presentata alla Festa del Cinema di Roma (sezione fuori concorso “Freestyle”) e che sarà disponibile su Disney+ da domani.

La serie ripercorre la storia della famiglia Florio, originaria di Bagnara Calabra, che sul finire del 18esimo secolo si trasferisce a Palermo ove, grazie all’intraprendenza di Vincenzo (Michele Riondino) crea un vero e proprio impero commerciale, che espande la bottega di spezie del padre Paolo (Vinicio Marchioni) e dello zio Ignazio (il palermitano Paolo Briguglia) accludendo la lavorazione del tonno e l’azienda vinicola produttrice del celebre Marsala.

Scritta da Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo, la serie, come il libro, propone un'epopea coinvolgente, anche commovente nel suo intreccio di pubblico e privato, in cui l’amore si rivela un sentimento trainante, come l’aspirazione al riscatto, sullo sfondo di guerre e rivoluzioni. Una vicenda di grande fascinazione, come ha affermato il regista in conferenza stampa.

«Nel libro c’era materiale prezioso per raccontare una storia potente, nel rendere i contrasti di un periodo e di una regione, raccontati su diversi livelli che si intrecciano perfettamente. Contrasti sociali fortissimi, tra la borghesia che cresce e diventa potente, e la nobiltà che decade. Due classi opposte che però hanno bisogno l’una dell’altra. Su queste rivoluzioni sociali si innesta la rivoluzione personale dei protagonisti: Giulia Portalupi (l’acese Miriam Leone), figlia di un commerciante di zolfo milanese, che cerca di affrancarsi da una società patriarcale, e Vincenzo, che travolto da questa passione incredibile va contro gli interessi della famiglia».

Molti gli elementi che ricordano «Il Gattopardo», secondo Genovese, ma «lì c’era immobilismo, qui trasformazione». Affascinata dal libro di Stefania Auci al punto da regalarlo a mamma e zia, Miriam Leone è entusiasta della saga che parla di sicilianità e felice di interpretare una donna che ha precorso i tempi: «Noi siciliani siamo una multi etnia, e questa è una ricchezza – ha detto – . Anche se la nostra cultura è anche quella del “si fa ma non si dice”, di chi osserva quello che fai e ti dice ciò che devi fare. Al di là di tutto viva questa storia che parla di cose belle e non di mafia. Mi emoziona pensare che Giulia faccia parte dei nostri avi, che sia realmente esistita – prosegue – . Ha combattuto per le generazioni future di donne. Anche grazie a lei, oggi le donne hanno la fortuna di poter essere libere, sebbene non in tutto il mondo. Mi sono innamorata della sua libertà, del suo voler decidere del proprio destino, non solo per amore di un uomo, ma per amore di se stessa».

Una figura femminile forte e determinata che sembra stridere con il personaggio di Vincenzo, “portatore sano” di quel patriarcato che Giulia combatte con tutte le sue forze. «Due poli che si attraggono – ha aggiunto Riondino – e si scontrano allo stesso tempo, ma l’esplosione che si determina ci porta fino ad oggi». Un personaggio, quello di Vincenzo, animato da una voglia di riscatto totalmente orientata al futuro; un «visionario precursore dei tempi», come lo definisce il suo interprete: «Vincenzo è un viaggiatore, testimone della rivoluzione industriale in Inghilterra e vuole portarla in Sicilia, perché desidera per la sua terra un futuro di progresso. Se le cose fossero andate come lui avrebbe sperato oggi potremmo percepire un’Italia capovolta, con la Sicilia al Nord del Nord produttivo. Una visione affascinante e contemporanea che sarebbe interessante discutere rispetto alla questione meridionale, affrontata solo dal punto di vista della povertà».

Interessanti anche gli altri personaggi della saga, ciascuno con la propria specificità, diviso tra passato e futuro. Tra questi anche Giuseppina, moglie di Paolo e madre di Vincenzo, interpretata dalle catanesi Ester Pantano (da giovane) e Donatella Finocchiaro (in età matura); Ignazio jr (Eduardo Scarpetta), figlio di Vincenzo ed erede dell’impero, e la moglie Giovanna d’Ondes (Adele Cammarata).
Dopo la prima tranche a Roma, le riprese sono proseguite a Palermo, in location come Palazzo Gangi Valguarnera (dove nel 1963 Luchino Visconti girò per «Il Gattopardo» la celebre scena del ballo con Claudia Cardinale e Burt Lancaster), Palazzo dei Normanni e Palazzo Alliata di Villafranca.

Le musiche sono di Maurizio Filardo, di Castelvetrano (Trapani). La serie è prodotta da Compagnia Leone Cinematografica e Lotus Production, col supporto di Sicilia Film Commission e Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Siciliana.

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