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E Mirko finalmente il mestiere del cuore l’ha trovato. In Sicilia

Parla il conduttore-apprendista Matteucci, protagonista della serie Rai “I mestieri di Mirko”

Alla fine il suo mestiere del cuore l’ha trovato. Nel cuore della Sicilia, nel vocìo di Palermo. «Stigghiolaro! Ecco cosa voglio fare!». Mirko Matteucci – protagonista della serie Rai “I mestieri di Mirko”, un programma Rai Contenuti Digitali e Transmediali che in questa stagione è interamente dedicato alla Sicilia, e di cui oggi sarà disponibile, in esclusiva su RaiPlay, la sesta puntata – non è un personaggio inventato: è proprio così, come lo disegnano. Divertente, irruente, entusiasta, un poco pasticcione, generosissimo, curioso. E un’indole del genere non poteva restare indifferente alla Sicilia: si sono piaciuti reciprocamente, Mirko e la Sicilia, e tra i tanti mestieri (ad ogni puntata ce n’è almeno uno in più, e tutti declinati sulle specificità del territorio) ora Mirko dice d’aver capito qual è il suo preferito. Lo dice dopo aver assaggiato le “stigghiole” alla Vucciria: forse la più divertente delle puntate della nuova stagione. Perché un luogo così pieno di odori, sapori, colori, di tante sollecitazioni e forme di bellezza non poteva non attirare la curiosità dell’incontenibile Mirko.

«Alla Vucciria – mi dice – è stato divertentissimo, un’esperienza fantastica. Ho trovato una grandissima umanità. Io cerco sempre di creare empatia, vicinanza. Prima mi guardavano, come dice Camilleri?, mi “taliavano”. Poi hanno capito che ero verace, “uno come noi”, e siamo diventati tutti amici, tutti. Quasi mi commuovo». E si commuove davvero, raccontando quanto la Sicilia gli sia piaciuta, la Sicilia delle bellezze naturali («La parte della Sicilia che mi è piaciuta di più? Mi sembrerebbe brutto dirne solo una... Ma l’Etna m’ha tolto il fiato») e della bellezza delle comunità: «In Sicilia è più facile trovare empatia: la catena umana qui funziona. Io ci verrei a vivere domani, l’ho detto anche a mia moglie. Il popolo siciliano m’ha sorpreso: sapevo che la Sicilia è bella, ma qui la vita c’ha un altro valore, delle cose semplici. Ha quel qualcosa in più...».

C’è con lui, mentre parliamo, l’autore Mariano D’Angelo (mentre la regia è di Paolo Tommasi), e ride anche lui alle battute continue di Mirko, che è proprio così, partecipa per intero a ogni cosa che fa e non somiglia per niente al conduttore-tipo delle classiche trasmissioni para-turistiche che s’aggira in punta di piedi tra le bellezze dei territori: Mirko ci si butta dentro. La chiave della trasmissione, infatti, non è guardare quello che fanno vignaioli, pescatori, fornai, spaccapietre, mastri “salinatori” o – come si vedrà nella puntata di oggi, nel Catanese, ad Aci Sant’Antonio – pittori di carretti siciliani, ma proprio fare quel che fanno loro, in mezzo a loro. Mirko ha raccolto uva e pistacchi, e persino fichidindia, ha impastato riso per «arancine o arancini» (ridiamo assieme della controversia linguistica), ha scalato il vulcano e imparato tutti i nomi del sale: «Io ce provo, sono un one man show dei poveri! A tratti mi sento un fantozzi vero, ma la verità è che più fatico più mi sento a mio agio, e non faccio mai finta». E questo si vede.

Nella puntata di oggi ad Aci Sant'Antonio, tutta dedicata ai carretti siciliani, che raccontano in ogni dettaglio la storia e le tradizioni dell’Isola e sono una sintesi mirabile di arte e artigianato, Mirko incontrerà il maestro decoratore Salvo Nicolosi e Nerina Chiarenza, la prima pittrice donna di carretti. «Che artisti! Il mondo dei carretti – dice Mirko - m’ha ammaliato. Forse una delle più belle esperienze che ho fatto». E di lui possiamo fidarci: è uno come noi.

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