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Etna, colonna di cenere verso la provincia di Messina: "pioggia nera" su Giardini Naxos - FOTO

Tornata attiva ieri la bocca effusiva dell’Etna posta a quota 3.050 metri sul fianco sud-orientale del cono, con l’emissione di una colonna di cenere che oggi si è propagata anche verso la provincia di Messina (nelle foto alcune immagini di Giardini Naxos).

L’Etna, con la sua "bocca" maggiormente irrequieta, il cratere di Sud-Est, continua a dare spettacolo e a coprire di materiale piroclastico i paesi alle pendici del vulcano attivo più alto d’Europa. La notte scorsa, come rileva l’Ingv (Istituto nazionale geofisica e vulcanologia) Osservatorio etneo di Catania, c'è stata l’ennesima fontana di lava con l’emissione di una nube eruttiva che ha raggiunto l'altezza di circa 8.5 km sul livello del mare. La cenere è ricaduta sul settore orientale. Un trabocco lavico si propaga in direzione sud-ovest, e il suo fronte sembra attestarsi a circa 2.900 metri sul livello del mare. Sul versante sud-orientale del Cratere di Sud-Est continua l’effusione lavica dalla "bocca" apertasi a quota 3.050 metri che alimenta due flussi principali, il cui fronte più avanzato si attesta a quota 2.700 metri. Il tremore vulcanico è su livelli medio-alti e continua ad essere presente una debole attività stromboliana. L’aeroporto di Catania è operativo.

L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia-Osservatorio etneo di Catania comunica che il trabocco lavico che si è propagato dal versante meridionale del cratere di Sud-Est in direzione Sud-Ovest non è più alimentato ed è in raffreddamento. Il fronte è rimasto confinato alla quota di circa 2.900 metri sul livello del mare. Riguardo l’attività effusiva alimentata dalla bocca apertasi sul versante sud-orientale del cratere di Sud-Est a quota 3.050 metri circa, il fronte più avanzato dei due flussi lavici, che si sono riversati nell’alto settore della Valle del Bove, si attesta a quota 2.550 metri espandendosi gradualmente per la diminuzione del gradiente del pendio. Il fronte del secondo flusso ha raggiunto quota 2.700 metri s.l.m. Un terzo flusso lavico che si è successivamente formato più a nord ha un fronte avanzato che è arrivato a quota 2.800 metri. E’ in corso un sopralluogo da parte di personale Ingv-Osservatorio etneo: il campo lavico in area distale appare sempre meno alimentato ed attualmente è in raffreddamento.

 

Etna: Regione, in pagamento acconti spesa rimozione cenere

Sono in pagamento, intanto, i rimborsi per la rimozione della cenere vulcanica. Lo ha reso noto il dirigente generale del Dipartimento Regionale della Protezione Civile (Drpc) Siciliana, ingegnere Salvo Cocina, che ha convocato oggi una riunione urgente online con tutti gli enti competenti sull'emergenza Etna. «Se avete difficoltà - ha aggiunto - rivolgetevi al DRPC. Gli acconti per le spese rimozione cenere vulcanica (come da prospetto nell’immagine allegata e nel link in basso) sono in pagamento. L’importo totale è pari a un milione di euro».
Sono state inoltrate al Dipartimento di Protezione Civile Nazionale anche le richieste di contributi statali per lo stato di mobilitazione. «Abbiamo anche assicurazioni - continua Cocina - che le stesse saranno accolte positivamente. Ciò premesso, se vi sono situazioni di pericolo per ulteriore ricaduta cenere, abbiamo autorizzato i Comuni ad intervenire rapidamente, previa richiesta della somma stimata necessaria». Rivolgendosi ai sindaci dei centri interessati dalla ricaduta cenere dell’Etna, Cocina conclude ricordando che i primi cittadini, per le loro eventuali difficoltà, possono contattare il Dipartimento Regionale della Protezione Civile, che interverrà direttamente.

Pd: 1 mln per la cenere, la montagna ha partorito il topolino

«Sulla cenere vulcanica la montagna ha partorito un topolino: oggi infatti dalla Regione fanno sapere di avere predisposto un acconto in favore dei comuni etnei colpiti dalla pioggia materiale piroclastico emesso dall’Etna, per un importo pari a un milione di euro. Una somma irrisoria rispetto a quella necessaria per far fronte alle spese che i comuni etnei stanno sostenendo oramai da diversi mesi». Lo afferma il deputato e segretario del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo "Le casse comunali sono praticamente vuote, diversi enti locali non sono in condizioni di chiudere il bilancio - aggiunge - e il Partito democratico ha più volte sollecitato il Governo Musumeci ad intervenire ma alle orecchie da mercante ora si aggiunge la beffa: un milione di euro che non risolve assolutamente il problema ne, tantomeno, lo affievolisce lasciando ancora una volta i comuni da soli di fronte a questo fenomeno. Ci si abitua ai capricci dell’Etna ma - conclude Barbagallo - non alle inadempienze di un governo inadeguato».

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