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Messina aspetta i profughi ucraini: sono soprattutto madri e bambini

La carovana umanitaria organizzata da Cngei e chiesa ortodossa ha preso in consegna alcune decine di persone

Sono già sulla strada di ritorno i messinesi partiti alla volta del confine polacco per “salvare” i profughi ucraini in fuga dalla guerra. La carovana umanitaria organizzata dal Cngei e il pullman allestito dalla chiesa ortodossa di Messina hanno trascorso la giornata nel centro commerciale di Przemysl, trasformato in un punto di raccolta per coloro che vogliono entrare in Europa per trovare ospitalità fino a che i cannoni non smetteranno di spargere terrore. Il gruppo scout del Cngei, dopo aver scaricato il materiale sanitario e di prima emergenza offerto dai messinesi, ha preso in carico 18 profughi per portarli in Italia. «Sono per lo più donne, madri e giovanissimi – dice Gianfranco Scipilliti, architetto ed educatore scout –. Abbiamo 3 bimbi piccoli con le madri e qualche adolescente. Non ci sono uomini. Abbiamo trovato meno persone di quante ne immaginassimo. Solo poche centinaia perché, ci hanno detto, quella frontiera per il momento è chiusa. Pochi profughi avevano in programma di venire in Sicilia e infatti dei nostri 18, solo tre finiranno il viaggio con noi. In quel campo, i locali sono delle distese di brandine, non c’è privacy e solo due bagni per decine di persone».

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