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Rissa degenera in sparatoria con due feriti a Catania, 5 arresti - NOMI

Le indagini riguardano la rissa degenerata in sparatoria all’uscita di nota discoteca del Porto, dello scorso 21 aprile, in cui era rimasto ferito un giovane di 18 anni e il danneggiamento delle vetrine di alcuni esercizi commerciali

La Polizia di Stato di Catania ha dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari detentive, emessa dal Gip del Tribunale di Catania su richiesta della Procura, nei confronti di 5 persone, ritenute, a vario titolo responsabili dei reati di rissa e lesioni personali, aggravate dall’uso di armi, detenzione e porto in luogo pubblico di più armi comuni da sparo, maltrattamenti in famiglia e danneggiamento di cose. Le indagini riguardano la rissa degenerata in sparatoria all’uscita di nota discoteca del Porto, dello scorso 21 aprile, in cui era rimasto ferito un giovane di 18 anni e il danneggiamento delle vetrine di alcuni esercizi commerciali.

I destinatari della misura cautelare sono i catanesi:

- Miano Sebastiano (classe 1994);

- Patanè Giuseppe Santo (classe 1996);

- Napoli Salvatore Danilo (classe 2002);

- Gagliano Gabriele (classe 2003);

- Salici Gaetano (classe 2003).

I fatti del 21 aprile

Il provvedimento restrittivo del massimo rigore è stato emesso all’esito di indagini – sia di tipo tradizionale che tecnico – coordinate da questa Procura e svolte dalla Squadra Mobile – Sezione Reati contro la persona, sessuali e in danno di minori, in occasione dei gravi fatti accaduti nel Capoluogo la notte del 21 aprile 2022 allorché , nei pressi di un locale notturno, ubicato nel centro cittadino, si ebbe a registrare una violentissima rissa con il coinvolgimento di numerose persone, poi degenerata in una sparatoria avvenuta sulla pubblica via, tra le trafficate corsie, a doppio senso di circolazione, di una importante arteria cittadina.

Una rissa degenerata nel fuoco

Già dai primissimi atti di accertamento, gli investigatori sono riusciti a stabilire che, nell’occasione, vi erano stati almeno due feriti, raggiunti da colpi di arma da fuoco: un maggiorenne e un minorenne. Attraverso i rilievi e le repertazioni di Polizia Scientifica è stato altresì possibile verificare, sulla base del rinvenimento dei bossoli trovati nelle adiacenze del luogo dell’azione delittuosa, come fossero state impiegate, da taluni dei corrissanti, almeno 2 pistole: una di calibro 7,65 e l’altra calibro 40.

Mazzei vs Cargarusi, due fazioni con precedenti

La disamina delle immagini raccolte dai sistemi di videosorveglianza presenti nella zona interessata dal violento confronto tra due contrapposte fazioni, consentiva, inoltre, di acclarare che alcuni dei colpi d’arma da fuoco sarebbero stati esplosi dal Patanè ed avrebbero attinto il Salici. La prosecuzione degli approfondimenti investigativi – supportata da attività di tipo tecnico nonché dall’attento vaglio e comparazione delle dichiarazioni testimoniali raccolte – conduceva alla generale ricostruzione dei fatti oggetto d’indagine che traevano origine da una precedente frizione avvenuta la notte tra il 16 e il 17 aprile 2022, all’interno del locale notturno cui si è accennato, allorquando alcuni giovani, da ritenersi vicini al clan “Mazzei”, avrebbero impedito ad un noto cantante neo-melodico catanese di esibirsi insieme ad un trapper che, per rendere più interessante lo spettacolo, ne aveva richiesto la presenza sul palco. Nella concitazione, il citato cantante neomelodico avrebbe pure spinto la fidanzata di uno dei ragazzi contigui ai “Carcagnusi”. Tale frizione avrebbe avuto poi, nella notte del 21 aprile, il grave epilogo già evidenziato, finito con colpi di arma da fuoco esplosi sulla pubblica via e con il ferimento di due individui.

La controffensiva

In quest’ultima occasione, un gruppo di giovani, raccolti attorno alla figura di Sebastiano Miano e appartenenti ad una frangia avversa (da ritenersi contigua al clan dei “Cappello-Bonaccorsi”), attuavano una sorta di controffensiva ai danni della fazione che aveva impedito, la settimana precedente, l’esibizione canora cui si è fatto riferimento. Ne scaturiva, pertanto, un vero e proprio raid con l’uso di più armi. Le operate investigazioni mettevano in luce elementi indizianti, univoci e convergenti, circa la diretta partecipazione ai fatti delittuosi, anche a carico del Napoli e del Gagliano, le cui condotte, secondo le valutazioni del G.I.P., erano connotate di gravità tale da rendere necessaria l’adozione della misura cautelare di massima afflittività. Le indagini permettevano , altresì , di delineare altra vicenda verificatasi in ambito familiare e riguardante il solo Miano, che sarebbe comunque indicativa della sua indole violenta, della facilità e familiarità all’uso di armi da fuoco, riconducibile al reato di maltrattamenti in famiglia ai danni di persona a lui vicina nonché a quello di detenzione, porto di armi comuni da sparo e danneggiamento di autovettura esposta alla pubblica fede, atteso che l’indagato non avrebbe esitato ad esplodere, per ragioni futili , un colpo di arma da fuoco, calibro 38, sul cofano anteriore dell’autovettura di un consanguineo. Per le operazioni di rintraccio e cattura dei destinatari della misura, la Squadra Mobile della Questura di Catania è stata coadiuvata da equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine della Sicilia orientale e unità di altre articolazioni della Questura catanese.

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