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Canadair partito da Lamezia si schianta sull'Etna: due morti

Un canadair vola su monte Calcinera per spegnere un vasto incendio boschivo: effettua un "lancio" sulle fiamme dell’acqua con cui si era rifornito in mare, si abbassa e impatta con la carena sul terreno e poi esplode. E’ la dinamica dell’incidente aereo avvenuto nel Catanese che è stato ripreso da alcuni telefonini e il cui video è stato diffuso dal corpo Forestale della Regione siciliana. La deflagrazione ha causato anche un incendio che ha reso ancora più difficile l’intervento dei soccorritori e le ricerche dei due piloti a bordo, che non sono stati ancora trovati. Si tratta di un pilota salernitano, il 62enne Roberto Mazzone, con lui Matteo Pozzoli, 58 anni, di Erba, in provincia di Como.

L’aereo era decollato da Lamezia Terme, nel Catanzarese, ed era impegnato nelle operazioni di spegnimento di un incendio boschivo in territorio di Linguaglossa, la cui origine non è stata accertata e che in serata è stato quasi domato. Il velivolo aveva prelevato dell’acqua in mare davanti la città di Giarre e dopo una virata sul monte Calcinera aveva effettuato un lancio nella zona centrale del rogo. Nelle immagini si vede il Canadair 28 abbassarsi e "toccare" con la carena il terreno.

Subito dopo l’esplosione e l’incendio, mentre qualcuno urla "mio Dio, non è possibile...". Alla tragedia ha assistito personale della Forestale regionale che era presente sul posto e che ha dato subito l’allarme. Per i soccorritori l’intervento è stato difficile perché la zona è impervia e non ci sono strade per raggiungere il luogo dove c'è il relitto del velivolo distrutto dall’esplosione. Sono intervenuti subito i vigili del fuoco, anche con una squadra Speleo alpino fluviale (Saf) e con l’elicottero Drago 146 decollato da Catania, personale della Forestale, che ha impiegato anche un proprio elicottero, e medici del 118 e dell’elisoccorso. Ma le ricerche dei due piloti, finora, hanno avuto esito negativo.

Col passare del tempo cresce l’angoscia e diminuisce la possibilità di un ritrovamento "miracoloso". Con il buio le operazioni sono state sospese per riprendere oggi all’alba, anche con l’uso di droni in dotazione ai vigili del fuoco. Sull'accaduto indagano i carabinieri della compagnia di Randazzo delegati dalla Procura di Catania, che sta valutando di aprire un fascicolo per disastro aviatorio colposo per accertare le cause della tragedia. «Ci sono state diverse esplosioni dopo che il Canadair è caduto - conferma il direttore della Protezione civile regionale, Salvatore Cocina - l’aereo è distrutto e i vigili del fuoco stanno cercando i due piloti che sono della società Babcock che fornisce il servizio dei canadair in Italia». Il primo maggio di questo anno era stato rinnovato dal ministero dell’Interno il contratto alla società Babcock Mcs Italia fino al 31 dicembre 2024. La società, come si legge sul proprio sito, è leader di servizi medici di emergenza aerea (Ems), antincendio aereo e operazioni Oil and gas aeree. E’ presente nel nostro Paese con 48 basi. Babcock da oltre 35 anni fornisce servizi antincendio aerei, operando in Europa e Canada con oltre 500 professionisti.

Oggi in volo droni per le ricerche: trovato un giubbotto

Inviati oggi i droni per proseguire le ricerche dei due piloti dispersi dopo lo schianto del canadair sul quale viaggiavano. Nelle ricerche sono stati impegnati Vigili del Fuoco, Protezione Civile, una squadra del gruppo Speleo alpino fluviale e un elicottero AW 139 «Drago 146» .

Il cordoglio del presidente Schifani

«Esprimo profondo cordoglio per la morte dei due piloti impegnati insieme ai nostri uomini e donne del Corpo forestale della Regione e della Protezione civile in attività di prevenzione e spegnimento incendi sull'Etna. Sono vicino alle famiglie e ai colleghi di lavoro colpiti da questa tragedia». Lo afferma il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, in seguito all’incidente che ha coinvolto un Canadair in territorio di Linguaglossa, nel Catanese.

La vicinanza del ministro Bernini

«Apprendo con profonda commozione la tragica notizia dell’incidente aereo avvenuto alle pendici dell’Etna in Sicilia, che ha visto coinvolto un canadair durante un’operazione anti-incendio. Mi stringo alle famiglie dei piloti ancora dispersi ed esprimo la mia vicinanza al Capo Dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio, che sta coordinando le operazioni di soccorso, e al Presidente della Regione siciliana Renato Schifani in questi momenti di angoscia». Lo afferma il ministro dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini.

Lo sgomento di Musumeci

«Apprendiamo sgomenti la notizia dell’incidente avvenuto oggi sull'Etna, in territorio di Linguaglossa. Siamo vicini alle famiglie dei piloti rimasti vittime di questa immane sciagura: due valorosi servitori dello Stato, che hanno perso la vita per proteggere la nostra incolumità». Lo afferma il ministro del Sud, Nello Musumeci.

USB Vigili del Fuoco: basta con gli eroi a tutti i costi

Non erano vigili del fuoco, ma lavoravano per i vigili del fuoco, i due piloti morti nel pomeriggio di ieri schiantandosi con il loro Canadair alle pendici dell’Etna, nel territorio del comune di Linguaglossa. Piangiamo così altre due vittime, le ennesime, delle lotte che quotidianamente il Corpo nazionale conduce in Italia tra mille problemi causati dalle dissennate politiche che hanno fatto letteralmente a pezzi il dispositivo nazionale del soccorso civile. L’aereo, partito da Lamezia Terme, era gestito dalla multinazionale Babcock International attraverso la filiale Babcock MCS Italia, che il 1° maggio di quest’anno si era vista rinnovare dal Ministero dell’Interno il contratto fino a tutto il 2024. Mezzi e piloti esternalizzati, dunque, ma agli ordini del COAU, il Centro operativo aereo unificato nel quale figurano anche i vigili del fuoco: è il pubblico che amministra il privato, dunque, uno dei tanti paradossi italiani.

Il coordinamento nazionale Vigili del Fuoco USB esprime dolore e vicinanza alle famiglie e ai colleghi dei piloti uccisi e torna a chiedere a gran voce che il governo si occupi del Corpo nazionale restituendogli la piena operatività ed efficienza. Tradotto in termini pratici, vuol dire assunzioni per un organico gravemente falcidiato e per il ringiovanimento di ranghi ormai affollati da cinquantenni, stabilizzazione dei precari, dotazioni di mezzi funzionanti invece dei tanti, decrepiti rottami fermi nelle caserme, miglioramento delle condizioni economiche e normative di migliaia di lavoratori che vorrebbero smetterla di essere eroi a tutti i costi per poter fare semplicemente il loro mestiere: il soccorso pubblico.

 

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