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Mafia a Palermo, arrestato il capo della famiglia di Belmonte: condizionava anche il corpo forestale

Arrestato il nuovo capo della famiglia mafiosa di Belmonte Mezzagno, in provincia di Palermo: si tratta di Salvatore Francesco Tumminia, da poco tornato in libertà dopo essere stato condannato per associazione mafiosa a seguito dell’operazione «Perseo» del 16 dicembre 2008.

La Direzione distrettuale antimafia ha emesso un fermo di indiziato di delitto nei confronti di due persone ritenute responsabili di associazione mafiosa, che i carabinieri del comando provinciale di Palermo hanno arrestato nel corso della notte.

Contemporaneamente i militari hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip, nei confronti di altre due persone, già sottoposte agli arresti domiciliari, ritenute responsabili di estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Tumminia riusciva a esercitare il suo potere di condizionamento anche sul locale distaccamento del corpo forestale della Regione siciliana. Il capo della cosca disponeva autonomamente i turni degli operai stagionali e organizzava a piacimento le squadre di lavoro, favorendo i dipendenti a lui vicini.

L’ingerenza era tale che nel paese si era diffusa la convinzione che l’unico modo per ottenere un contratto stagionale fosse quello di parlarne direttamente con Tumminia il quale si faceva vanto delle minacce fatte nei confronti dei dirigenti dell’ufficio locale non collaborativi.

A lui del resto si rivolgevano affiliati e insospettabili, come un avvocato penalista che gli aveva chiesto di intervenire per fargli riscuotere un credito che da anni vantava nei riguardi di uno dei suoi assistiti. Oltre a Tumminia sono finiti in manette anche Stefano Casella, 41 anni, Giuseppe Benigno, 45 anni, e Antonio Tumminia, 50 anni.

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