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Il prof. Vicari (Bambino Gesù): durante la pandemia peggiorata la condizione dei ragazzi autistici

Un adolescente su tre soffre di disturbi mentali conclamati: un dato allarmante che denota il significativo incremento di queste patologie dall’inizio della pandemia a oggi. Alcuni dati scientifici evidenziano in particolare come tra i bambini siano in aumento irritabilità, disturbi del sonno e alcune modalità comportamentali che possono sfociare in atteggiamenti di aggressività. Dall’inizio della seconda ondata (nel mese di ottobre) sono aumentate del 25-30% le richieste di aiuto, pari a un terzo degli accessi al pronto soccorso psichiatrico: fra i motivi principali ci sono i disturbi del comportamento alimentare (il 28% delle ragazze di età compresa fra 13 e 14 anni soffre di anoressia) e i tentativi di aurtolesionismo. A dichiararlo è il prof. Stefano Vicari, ordinario di neuropsichiatria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e responsabile dell’Unità di neuropsichiatria infantile dell'ospedale pediatrico “Bambino Gesù” di Roma, nell'intervista web alla Gazzetta del Sud condotta dai giornalisti Salvatore De Maria e Natalia La Rosa, responsabile dell’inserto di Gazzetta del Sud Noi Magazine dedicato all’istruzione. Il prof. Vicari alle 18 sarà protagonista dell’evento web “Società silenziosa” - Autismo in epoca Covid, promosso dal Lions Club Barcellona nell’ambito del Service del Distretto 108Yb Sicilia, con il patrocinio dell’Ordine provinciale dei Medici chirurghi e odontoiatri di Messina, moderato dalla La Rosa e trasmesso sulla pagina Facebook del Lions Club di Barcellona.

Il 2 aprile ricorre la Giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo, una patologia che riguarda il 2% della popolazione generale la quale, pur rientrando nei Livelli di assistenza essenziale, sta risentendo della mancanza di una adeguata risposta dei servizi. “Un bambino autistico può determinare famiglie autistiche”, ha dichiarato il prof. Vicari sottolineando come “a causa delle restrizioni della pandemia i disagi dei soggetti colpiti e delle loro famiglie, già provate dalla gestione di una quotidianità complessa, si siano amplificati”. La chiusura delle scuole, l’impoverimento dei servizi di neuropsichiatria infantile e la riduzione delle attività di molti centri presenti sul territorio nazionale (come Puglia, Campania, Calabria) ha determinato ritardi nello svolgimento dei trattamenti a fronte di un aggravamento dei segni clinici. Alla diligenza della diagnostica non corrispondono purtroppo trattamenti domiciliari qualificati che, ha aggiunto, costringono ancora molte famiglie a viaggi della speranza”. Quale aiuto si può dar loro e quanto la scuola può incidere nel percorso di inclusione e sostegno? “La scuola, ha detto Vicari, pur essendo una delle principali agenzie educative, non può garantire percorsi di trattamento, demandati alle strutture sanitarie gestite dalle Asp”. Anche in questo caso però, un’adeguata campagna vaccinale (come quella avviata nel Lazio, tra le pochissime regioni dove è già partita la somministrazione ai soggetti autistici dai 16 anni in su e ai caregiver), potrebbe ridare serenità alle famiglie provate.

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