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Emanuele Scieri: commissione d' inchiesta, 'fu aggressione non suicidio'

Emanuele Scieri: commissione d' inchiesta, 'fu aggressione non suicidio'

Concorso in omicidio: sarebbe questa l'accusa che ha portato all'esecuzione di una misura agli arresti domiciliari nell'ambito delle indagini sulla morte di Emanuele Scieri, il 26enne siracusano, parà di leva, trovato morto il 16 agosto 1989 nella caserma Gamerra a Pisa.
Secondo quanto appreso, destinatario della misura sarebbe un ex commilitone di Scieri.

Agli arresti domiciliari è finito Alessandro Panella, 39 anni, originario della provincia di Roma: da quanto emerso l'uomo, che vive e lavora negli Usa da diversi anni, era in Italia per una visita alla famiglia e sembra che stesse per ripartire per l'America. Nel 1999 prestava servizio in ferma prolungata nella brigata Folgore e aveva il grado di caporale.

Oltre all'ex militare messo agli arresti domiciliari con l'accusa di omicidio volontario in concorso, ci sono altri indagati per la morte del paracadutista della Folgore Emanuele Scieri avvenuta nel 1999.
Secondo quanto emerge da fonti investigative, perquisizioni ed altre attività di indagine sono in corso da ieri e proseguono oggi.

"La vicenda ha avuto un'accelerazione nella giornata di ieri perché una delle tre persone da tempo indagate stava per lasciare il territorio nazionale e sarebbe stato complicato riportarcelo". Lo ha detto il procuratore di Pisa Alessandro Crini in merito all'arresto effettuato dalla polizia per la morte di Emanuele Scieri, il 26enne parà di leva trovato morto il 16 agosto 1999 nella caserma Gamerra a Pisa.
L'accusa contestata è concorso in omicidio volontario.

La morte di Emanuele Scieri nella caserma Gamerra di Pisa, causata da un'aggressione avvenuta in un ambiente dominato dal nonnismo, è stata spacciata per suicidio e le vere responsabilita' sono state coperte per anni dalla catena di comando della brigata Folgore. Questa la conclusione cui era giunta la Commissione parlamentare d'inchiesta sul caso nella passata legislatura.

"Gli elementi da noi riscontrati dopo aver acquisito quasi seimila pagine di documenti e svolto 45 audizioni - le parole della presidente della Commissione, Sofia Amoddio (Pd) - consentono di escludere categoricamente la tesi del suicidio o di una prova di forza alla quale si voleva sottoporre Emanuele scalando la torretta, tesi che nel '99 la catena di comando della Folgore suggeri' alla magistratura. La consulenza cinematica di tecnici specializzati ha accertato che la presenza di una delle sue scarpe ritrovata troppo distante dal cadavere, la ferita sul dorso del piede sinistro e sul polpaccio sinistro sono del tutto incompatibili con una caduta dalla scala e mostrano chiaramente che Scieri e' stato aggredito prima di salire sulla scaletta".

La commissione ha fatto dunque emergere "le falle e le distorsioni di un sistema disciplinare fuori controllo ed ha rintracciato elementi di responsabilita'". Elementi che sono stati consegnati lo scorso anno alla procura di Pisa, che ha riaperto le indagini fino agli sviluppi di oggi. 

 "L'indagine ha consentito di perfezionare la conoscenza relativa al nonnismo: questo dato emerge anche con modalità tali da ritenere che contro Scieri ci sia stata un'aggressione da parte dei 'nonni' anche mentre era a terra. Si tratta di ipotesi indiziarie che sono suffragate anche dalle consulenze tecniche allegate alle conclusioni della commissione parlamentare d'indagine". Lo ha detto il procuratore di Pisa.

"Finalmente dopo tanti anni siamo vicini ad una parola conclusiva, siamo vicini alla giustizia per Emanuele e per la sua famiglia". Lo afferma Stefania Prestigiacomo, deputata di Forza Italia, ex vice presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla morte del militare Emanuele Scieri.
Per arrivare a questo importante risultato, aggiunge l'ex ministro, "sono stati fondamentali i lavori della Commissione parlamentare d'inchiesta: grazie alle nostre oltre settanta audizioni, alla nostra attività, alla nostra determinazione nella ricerca della verità, la Procura di Pisa ha riaperto le indagini". "Siamo sempre stati convinti che la tesi del suicidio fosse strampalata. Emanuele era un ragazzo pieno di vita, con una bella famiglia alle spalle e con tanti progetti per il futuro. Purtroppo la sua morte traumatica - conclude - è stata sicuramente causata da un atto di nonnismo o da un terribile gioco finito male. Dispiace che in tutti questi anni i vertici della Folgore, corpo amato incondizionatamente dagli italiani, abbiano preferito voltarsi dall'altra parte negando ogni evidenza e sostenendo l'insostenibile. Oggi, dopo 19 anni si rompe il muro di omertà e si apre alla possibilità concreta di giustizia per Emanuele Scieri".

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