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Assenteismo all'assessorato alla Sanità in Sicilia, in 11 agli arresti domiciliari e altri 31 denunciati

La sede dell'assessorato alla Sanità in Sicilia

Operazione contro l’assenteismo all’Assessorato alla Salute della Regione siciliana. Ventidue dipendenti sono stati sottoposti a misure restrittive e venti sono stati denunciati.

Continua senza sosta la lotta al fenomeno dell’assenteismo nelle Pubbliche Amministrazioni dello Stato da parte dei Finanzieri del Comando provinciale di Palermo. A finire questa volta nel mirino degli investigatori è stato l’Assessorato regionale alla Salute in piazza Ottavio Ziino, nel capoluogo siciliano. L'attività investigativa, coordinata dalla locale Procura, ha messo in luce l’esistenza di una consolidata prassi di assenteismo ingiustificato realizzata attraverso un andirivieni di dipendenti pubblici che, in completa autonomia, gestivano i loro turni di servizio con presenze fittizie debitamente e furbescamente certificate.

I "furbetti del cartellino" grazie alla mutua collaborazione fra loro, ovvero tramite lo scambio dei badge e l’utilizzo improprio dei pc aziendali, riuscivano in modo sistematico ad attestare false presenze. Molti dipendenti infatti, seppur fittiziamente risultavano in servizio, erano soliti recarsi a lavoro con circa 3 ore di ritardo, occuparsi di faccende private quali per esempio la spesa o il parrucchiere e in taluni casi persino raggiungere località fuori Palermo.

Gli accertamenti svolti dalle Fiamme Gialle, attraverso pedinamenti, riscontri sul territorio e tramite l’utilizzo di microspie hanno consentito di smascherare il fenomeno di cosiddetti "dipendenti fantasma", rilevando e censendo più di 400 ore fraudolentemente attestate ma in realtà mai rese.

A finire sotto accusa sono stati 42 dipendenti dell’Assessorato Regionale che, a vario titolo, risponderanno dei reati di truffa aggravata, accesso abusivo al sistema informatico e false attestazioni e certificazioni, di cui 11 sono stati sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari, 11 sono stati destinatari della misura dell’obbligo di firma e 20 denunciati a piedi libero.

Più di un dipendente su cinque truffava sulla presenza al lavoro negli uffici dell’assessorato regionale alla Salute, in piazza Ottavio Ziino, a Palermo. Grazie a tre computer, alcuni impiegati riuscivano a segnare le presenze anche senza badge. Una opportunità utilizzata dai lavoratori infedeli per lasciare il luogo di lavoro senza perdere un euro di stipendio.

Tra gli indagati c'è una coppia: lui accompagnava la figlia a scuola e l’andava a prendere all’uscita, lei timbrava il cartellino del marito. Le telecamere piazzate dai finanzieri hanno immortalato la convivente di un impiegato che si intrufolava in assessorato per timbrare la fine del turno di lavoro, mentre il suo compagno si trovava altrove.

«Quello che impressiona in questa indagine iniziata nel 2016 - spiega il comandante del Gruppo di Palermo della Gdf, Alessandro Coscarelli - è il numero di impiegati finiti nell’inchiesta: 42 su 200 che con disinvoltura hanno segnato 400 ore mai rese. L’indagine è iniziata dopo una segnalazione molto circostanziata fatta al 117 sull'assenza costante di alcuni dipendenti. Poi le indagini sono riuscite a ricostruire il fenomeno e le modalità con le quali i dipendenti riuscivano, grazie ad una rete di complicità, a garantire la presenza mentre si trovavano fuori per sbrigare faccende private».

E’ partita dalla segnalazione di una moglie gelosa che, nel novembre del 2016, ha chiamato il 117, numero della sala operativa della guardia di finanza, per denunciare le «strane assenze» del marito dall’ufficio l'indagine antiassenteismo delle Fiamme gialle sui dipendenti dell’assessorato alla Salute della Regione Siciliana. La donna avrebbe voluto così vendicare un presunto tradimento del coniuge, che lei collegava a improvvise mancanze di lui dal posto di lavoro. Sono quindi scattati i controlli che hanno portato all’inchiesta della Procura. La guardia di finanza è
intanto risalita all’identità della donna che aveva chiamato al 117, e suo marito non è tra gli indagati.

Le persone arrestate e poste ai domiciliari, nell’ambito dell’inchiesta sull'assenteismo all’assessorato regionale alla Salute, sono Nicola Bonello, 54 anni; Giovanni Bronzo, 55 anni; Gabriella Gugliotta, 47 anni; Salvatore Migliorisi, 47 anni; Angelo Lentini, 56 anni; Fulvio Monterosso, 61 anni; Luciano Romeo, 50 anni; Vito Saputo, 48 anni; Benedetto Sciortino, 56 anni; Letterio Taormina, 66 anni e Ivan Trevis, 44 anni. Avranno l’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria Giovanni Allegra, 59 anni; Francesco Bongiorno, 43 anni; Marco Camarda, 43 anni; Anna Maria Chiavetta, 53 anni; Antonino Costumati, 58 anni; Salvatore Gervasi, 63 anni; Giuseppe Magno, 53 anni; Giuseppe Maranzano, 45 anni; Angela Maria Misseri, 50 anni; Giuseppina Palazzolo, 48 anni, e Giovanna Tagliavia, 43 anni.

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