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Omicidio a Palermo, confessano la moglie e i figli: usati coltelli da macelleria

«Ci siamo subito resi conto dopo i sopralluoghi della scientifica e dei miei uomini che a partecipare all’omicidio erano state più persone. Tutte e tre hanno confessato. L’uomo è stato ucciso prima con alcune coltellate inferte dalla moglie e subito dopo dai figli».

Lo ha detto Rodolfo Ruperti, capo della squadra mobile di Palermo, in merito all’omicidio di Falsomiele, dove secondo le indagini della polizia la moglie Salvatrice Spataro e i due figli Mario e Vittorio hanno ucciso Pietro Ferrera.

«I coltelli utilizzati, che abbiamo sequestrati - ha riferito inoltre Ruperti - sono uno da cucina, molto grosso utilizzato dalla moglie, mentre i due ragazzi hanno utilizzato due coltelli da macelleria, in quanto in passato hanno lavorato in esercizio di questo tipo. Un fatto molto grave e cruento. Ci sono indagini in corso per cercare di capire cosa ha fatto scattare questa follia omicida nei confronti di quello che viene definito un padre violento».

«Non c'era stata mai alcuna denuncia nei confronti della vittima, nonostante venga definita violenta, e questo appare strano - prosegue Ruperti -. Non c'è traccia di interventi di volanti, di referti dei pronto soccorso; nulla, se non una presa di contatto proprio ieri mattina da parte di un figlio della signora con ufficiali di pg ai quali ha raccontato di maltrattamenti subiti, prendendo un appuntamento per oggi, per conto della madre. La donna avrebbe dovuto formalizzare una denuncia per maltrattamenti».

«La donna non ha cercato di coprire i figli e quando siamo arrivati hanno ammesso tutto - spiega il capo della squadra mobile -. La scena del delitto 'parlava' con chiarezza, e inoltre abbiamo avuto le confessioni dei tre e sequestrato i coltelli, che avevano con sé, ancora sporchi di sangue. Tutto quello che è successo verrà valutato attentamente perché oltre ad arrestare i responsabili dobbiamo capire bene le motivazioni di questo folle
gesto».

Scene di dolore davanti alla questura di Palermo mentre gli agenti di polizia portavano in carcere la madre e i due figli. Oltre a Salvatrice Spataro, anche Mario e Vittorio Ferrera sono accusati di omicidio. Una decina di parenti aspettavano di vedere i tre che venivano portati in carcere al Pagliarelli. «Ciao Vittorio», ha urlato uno degli zii. Il giovane prima di entrare in auto li ha salutati.

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