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Bambino lasciato in auto e morto a Catania, un altro caso nel 1998

La morte del piccolo dimenticato in auto dal padre è la replica di una tragedia che sconvolse Catania 21 anni fa. Identiche le modalità di una fatale distrazione che aveva avuto come protagonista un tecnico della Sgs Thompson, una fabbrica di microelettronica che aveva lo stabilimento nella zona industriale di Catania. L’uomo era precipitato nell’infermo della disperazione nell’afoso pomeriggio del 3 luglio 1998.

Catania era stretta da un caldo asfissiante. La temperatura aveva superato i 40 gradi per il torrido vento di scirocco giunto dall’Africa. L’uomo era uscito con la sua Fiat Punto per accompagnare in asilo il figlio di 20 mesi appena, rannicchiato nel suo seggiolino, prima di presentarsi negli uffici della Sgs Thompson. Era un percorso sempre uguale che seguiva ogni giorno quasi a memoria. Ma quella mattina, invece di passare dall’asilo, che non era lontano da casa, aveva subito puntato verso il suo posto di lavoro. Arrivato con un insolito anticipo sul parcheggio dell’azienda, aveva chiuso a chiave l’auto ed era salito in ufficio.

Il sole intanto batteva implacabile sulla macchina. La temperatura era rapidamente salita fino a trasformare l’abitacolo in una gabbia torrida che al piccolo, rimasto sul seggiolino per sette ore, non aveva più lasciato scampo.

Una tragedia come quella accaduta stamane a Catania fu evitata nel giugno scorso per un intervento provvidenziale della Polizia di Stato fuori dall’aeroporto del capoluogo etneo, dove un bambino di 4 anni era stato lasciato chiuso in auto sotto il sole con una temperatura che sfiorava i 40 gradi all’ombra. In quella occasione furono denunciati i genitori, due svizzeri, 28 anni lei e 32 lui, per  abbandono di minore in concorso. Secondo quanto accertò la Polizia, erano andati a prelevare denaro al bancomat.

Gli agenti accorsero dopo la segnalazione di una guardia giurata. A salvare il bambino fu un sovrintendente della Polizia di Stato che con il calcio della pistola di ordinanza mandò in frantumi un finestrino e soccorse il piccolo dopo essersi accorto che il bimbo si dimenava cercando di aprire le portiere e chiedendo disperatamente aiuto. L’intervento fu compiuto davanti a numerose persone, che applaudirono gli agenti della Polizia di Frontiera. L’auto era parcheggiata negli stalli riservati allo scarico bagagli nella zona partenze ed aveva anche attirato l’attenzione di alcuni viaggiatori. Subito dopo l'intervento della Polizia di Frontiera si presentarono i genitori. Tutti furono accompagnati nel presidio sanitario dell’aerostazione, dove furono prestate le prime cure al bambino, che si riprese immediatamente.

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