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Mafia, revocati i domiciliari al boss palermitano Bonura: fuori dal carcere per motivi di salute

Francesco Bonura

Il magistrato di Sorveglianza di Milano ha revocato la detenzione domiciliare per Francesco Bonura, imprenditore palermitano condannato per mafia, in applicazione del decreto antimafia approvato in Consiglio dei ministri lo scorso 9 maggio. L'iniziativa è stata intrapresa dal Dipartimento amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia.

Bonura era andato ai domiciliari ad april. Una scarcerazione, come aveva chiarito il Tribunale di Sorveglianza, presieduto da Giovanna Di Rosa, decisa con un «provvedimento» di «concessione del differimento pena nella forma della detenzione domiciliare secondo la normativa ordinaria applicabile a tutti i detenuti, anche condannati per reati gravissimi, a tutela dei diritti costituzionali alla salute e all’umanità della pena».

Il Tribunale aveva spiegato che il detenuto era «affetto da gravissime patologie» e che gli rimanevano da scontare solo 11 mesi, 8 mesi con la liberazione anticipata.

Quindi gli erano stati concessi gli arresti domiciliari per motivi di salute e per il pericolo di contagio del coronavirus in carcere.

Bonura, boss del quartiere Passo di Rigano di Palermo, e mafioso di primo rango era detenuto al carcere Milano Opera era tornato a Palermo. Con l'emergenza coronavirus, a causa delle sue gravi patologie, il magistrato di sorveglianza del capoluogo lombardo aveva accolto l'istanza presentata dai suoi avvocati.

Ma subito sono scoppiate le polemiche per un mafioso di primo piano scarcerato e tornato nella sua terra. Diverse le voci nel mondo della politica che si erano alzate contro questa decisione. Adesso arriva la revoca dei domiciliari e il ritorno in carcere.

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