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Schiaffo a Musumeci sui grandi elettori. E lui reagisce: "Azzero la giunta, non mi dimetto"

"Possono pensare questi sette scappati di casa che un Presidente che non è stato condizionato dalla mafia può essere condizionato da loro? Possono pensare di determinare una pressione esterna sul governo? O qualunque tipo di richiesta trasversale?". Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, in un video messaggio pubblicato sul suo profilo Fb a commento di quanto accaduto nel pomeriggio in Aula all’Ars. "Ho provato - ha aggiunto - tanta amarezza questa sera, ma possono loro pensare che io possa lasciarmi condizionare? Sono convinto che bisogna abbandonarli per strada questi disertori e ricattatori che operano con la complicità del voto segreto". "Questo governo non ha padrini e padroni", ha sottolineato. "Abbiamo bisogno di ristabilire un rapporto tra la giunta e di deputati di coalizione. Azzero la giunta. Faremo un esecutivo che deve portarci fino all’ultimo giorno". Qualcuno ha scritto Musumeci si dimette e molla: ci vogliono ben altri ostacoli, non saranno alcuni atti di viltà politica a condizionare le mie scelte. Musumeci non lascia, raddoppia, rilancia, perché Musumeci sa di avere dalla sua parte la stragrande maggioranza del popolo siciliano al di là dei partiti».

Cosa era accaduto nel pomeriggio

Facce corrucciate nel governo si erano viste subito dopo il voto all’Ars che ha designato i delegati siciliani per l'elezione del Capo dello Stato. Il governatore Musumeci è giunto solo terzo: Gianfranco Miccichè con 44 preferenze il più votato, 15 voti in più rispetto al presidente della Regione, superato anche da Nunzio Di Paola (M5s) con 32, votato anche da pezzi del centrodestra. Alla fine della seduta, Musumeci è apparso nervoso e insieme con l’assessore Toto Cordaro e altri componenti della sua giunta s'era diretto verso la stanza del governo di Palazzo dei Normanni. Si erano anche rincorse notizie su dimissioni. Musumeci nel pomeriggio aveva subito tuonato: «Non posso non prendere atto dell’esito del voto espresso dall’Aula e del suo significato politico. Se qualche deputato - vile e pavido - si fosse illuso, con la complicità del voto segreto, di aver fatto un dispetto alla mia persona, si dovrà ricredere. Perché il voto di questo pomeriggio - per la gravità del contesto generale - costituisce solo una offesa alle Istituzioni regionali, a prescindere da chi le rappresenta. Nella consapevolezza di avere ottenuto la fiducia del popolo siciliano, adotterò le decisioni che riterrò più giuste e le renderò note entro le prossime ventiquattr’ore».

In realtà il governatore Nello Musumeci voleva comunicare le proprie dimissioni, secondo quanto riferito da alcune fonti a lui molto vicine, direttamente al Parlamento e aveva chiesto la parola ma il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, ancora una volta stratega politico, ha risposto che doveva chiudere la seduta, dedicata alla votazione dei grandi elettori del Capo dello Stato, e che gli avrebbe dato la possibilità di parlare riaprendo 5 minuti dopo i lavori parlamentari, che avevano all’ordine del giorno l’esercizio provvisorio.

E invece i lavori non sono più ripresi. Per un’ora circa, Musumeci è rimasto in aula in attesa, mentre Miccichè s'è chiuso nella sua stanza, dove c'è stato un via vai di assessori ed esponenti della maggioranza. Un modo per prendere tempo e raffreddare gli animi accesissimi di Musumeci e dei suoi, che hanno ritenuto gravissimo lo strappo di un pezzo di centrodestra con i franchi tiratori che hanno tradito il governatore, che non solo ha ricevuto 15 voti in meno di Miccichè come grande elettore, ma è arrivato persino alle spalle di Nunzio Di Paola del M5s, che oltre ai voti del suo gruppo e del Pd ha avuto anche quelli dei falchi del centrodestra. Alla fine aula rinviata alla prossima settimana, i nervi rimangono però tesissimi.

Micciché: il presidente Musumeci rifletta su quanto accaduto

«Il Parlamento questo pomeriggio ha ratificato il malessere che esiste da tempo nella maggioranza, spero che il presidente Musumeci rifletta e si renda conto che deve interloquire con i partiti e non prendere per buono quello che gli riferiscono quattro sciacalletti, falsando la realtà. Mi spiace per quanto accaduto, sapevo che qualcuno nella maggioranza non avrebbe votato per Musumeci ma non avevo la percezione che avrebbero persino votato per il candidato delle opposizioni: Musumeci rifletta su questo e ripristino il rapporto necessario con i partiti». Lo dice all’ANSA il presidente dell’Assemblea siciliana, Gianfranco Miccichè, a proposito del voto per i grandi elettori e delle conseguenze sulla tenuta della coalizione con il governatore Nello Musumeci, giunto terzo, furioso per lo sgarbo istituzionale subito da alcuni deputati della sua maggioranza. Sulla scelta di non riaprire l’aula, con Musumeci pronto a dimettersi, Miccichè aggiunge: «Dalle opposizioni mi chiedevano di riaprire la seduta, ma ho spiegato che in questo clima non potevo farlo».

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