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Stretto di Messina "colabrodo", Musumeci: in Sicilia solo chi ne ha diritto

foto pixbay

Più che un posto di blocco lo Stretto di Messina è un “colabrodo”. Altro che Sicilia blindata. È l’impressione del governatore Musumeci, pronto a scuotere il ministero dell’Interno: «Quello che avviene in queste ore al porto di Villa San Giovanni è grave.

Soltanto una pattuglia della polizia per i controlli di pullman e automobili in attesa di imbarcarsi sui traghetti per la Sicilia, malgrado il provvedimento di divieto emanato dal ministro dei Trasporti, su mia richiesta».

Un giro di vite - ricostruisce la Gazzetta del Sud in edicola - che in teoria avrebbe dovuto arginare il flusso incontrollato dei viaggiatori, ponendo vincoli precisi al rientro: motivi di salute, lavoro o per giustificate necessità. In realtà, il cordone di sicurezza è un filo di cotone.

Ed è inaccettabile per milioni di cittadini che si sono chiusi in casa, rispettando regole e protocolli con un ammirevole senso del sacrificio, nel rigoroso rispetto della comunità. Allora, sottolinea Musumeci, «non ci si è resi conto della gravità della situazione». A vigilare sullo Stretto «sono rimaste solo le poche guardie del Corpo forestale regionale ad eseguire i controlli, di fronte a migliaia di mezzi in arrivo con persone di cui non conosciamo lo stato di salute. Al ministro dell’Interno, di cui ho apprezzato la disponibilità in questi giorni per altri problemi, faccio appello affinchè disponga allo Stretto di Messina quanti più uomini in divisa per creare una cintura che lasci entrare sull’Isola solo chi ne ha diritto».

Intanto la Regione ha bloccato il permesso allo sbarco degli oltre 200 siciliani, per lo più lavoratori, che hanno chiesto aiuto all’ambasciata d’Italia per lasciare Malta e rientrare a casa. Palermo ha rifiutato l’imbarco di passeggeri sul catamarano diretto a Pozzallo che potrà portare solo merci.

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