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Daniela Lo Verde, a casa della preside trovata anche una tv da 65 pollici VIDEO

Nel corso delle perquisizioni eseguite dalla sezione Eppo del Nucleo investigativo di Palermo dei carabinieri nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto per corruzione della preside Daniela Lo Verde e del vicepreside, i militari, nelle abitazioni degli indagati, hanno trovato e sottoposto a sequestro diversi dispositivi elettronici quali computer portatili, smartphone, tablet, giochi da tavolo per bambini ancora confezionati, una cassa audio, una stampante, uno scanner e un maxi televisore da 65 pollici.

Preside arrestata, Maria Falcone: "Insulto a mio fratello"

L’indagine che ha portato oggi all’arresto di Daniele Lo Verde, preside dell’istituto scolastico Giovanni Falcone di Palermo, mi addolora profondamente e non solo perché i fatti che stanno emergendo sono un insulto alla memoria di mio fratello Giovanni. Conosco bene quella scuola da prima che la dirigesse Lo Verde e l'ho sempre considerata un presidio fondamentale in un quartiere come lo Zen attanagliato da tante criticità, con una presenza criminale notevolissima e una dispersione scolastica tra le più alte d’Italia». Lo ha detto Maria Falcone, sorella del giudice ucciso a Capaci.

«Lascia sconcertati scoprire che dietro l’antimafia di facciata di Daniele Lo Verde c'era tanta disonestà. - ha aggiunto - Questo però non mi fa dimenticare la dedizione delle insegnanti, che da anni portano avanti un lavoro prezioso per educare i giovani alla legalità e che sono state sempre presenti con i loro alunni alle manifestazioni per ricordare chi si è sacrificato nella lotta alla mafia». «Non mi meraviglia - ha concluso - che il malaffare sia venuto a galla proprio grazie alla denuncia di una di queste insegnanti. Ciò deve essere uno sprone per proseguire nell’impegno a difesa dei valori della nostra Repubblica».

Niente lezioni alla "Falcone", sgomento e dolore

L’istituto comprensivo «Giovanni Falcone» dello Zen di Palermo è rimasto chiuso oggi. Niente lezioni. L’intera comunità scolastica, un intero quartiere, complessa periferia cittadina, sono sotto choc per l’arresto della preside simbolo, Daniela Lo Verde, insieme al suo vice e alla dipendente di una società informatica. Cibo per la mensa dei piccoli alunni e dispositivi elettronici costosi, pc e telefonini destinati alle attività didattiche, finivano sistematicamente nelle mani e nelle abitazioni dei due dirigenti scolastici. In questa porzione del capoluogo siciliano, dove il degrado resta evidente, la scuola è quasi tutto. «Noi non c'entriamo niente», ribadiscono alcuni insegnanti. «Non ce l’aspettavamo», affermano altri. Tra i padiglioni, edifici anonimi che caratterizzano lo Zen2, c'è sconforto.

Disorientato il significativo e vitalissimo tessuto associativo e di volontariato da decenni attivo: «Seguiamo con attenzione la vicenda nella consapevolezza che, comunque sia, quanto accaduto è sicuramente doloroso per il quartiere Zen e per la città tutta, perchè - spiegano le associazioni Bayty Baytik - L’Albero della Vita, Handala e Laboratorio Zen Insieme - nell’assenza di punti di riferimento certi in termini di valori e di impegno, questo episodio contribuisce a scalfire la fiducia nei confronti delle istituzioni, oltre a minare un campo valoriale fondamentale soprattutto nei contesti più marginali. In questa direzione abbiamo sempre lavorato, e sappiamo che, a partire da oggi, sarà ancora più faticoso». Il colpo, dunque, è duro, sebbene, venga sottolineato, «da diversi anni ormai la nostra collaborazione con quell'istituto, malgrado l’attitudine al lavoro di rete come comunità educante che ci ha sempre caratterizzato, si era assottigliata tanto fino a diventare, di fatto, nulla».

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