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Corruzione e politica a Castelvetrano: la rete di favori della loggia segreta

Giovanni Lo Sciuto

Sono circa 70 i casi di pensioni di invalidità, attualmente al vaglio degli inquirenti, concesse a cittadini "sponsorizzati" da Giovanni Lo Sciuto. È uno dei dettagli emersi nell'ambito dell'inchiesta "Artemisia", l'operazione dei carabinieri contro una loggia massonica segreta a Castelvetrano che ha portato a 27 arresti fra cui figurano nomi eccellenti della politica e anche tre poliziotti.

Lo Sciuto, ex deputato regionale, secondo gli investigatori godeva inoltre del rapporto privilegiato con il presidente dell'ente di formazione professionale Anfe (Associazione Nazionale Famiglie Emigrati), Paolo Genco, anch'egli arrestato, con il quale avrebbe creato "uno stabile accordo corruttivo".

Il parlamentare sarebbe riuscito infatti ad ottenere assunzioni per persone da lui segnalate oltre che appoggio elettorale e anche finanziario, in cambio avrebbe agevolato la concessione dei finanziamenti a favore dell'Anfe.

Le indagini avrebbero accertato ancora l'esistenza di una associazione a delinquere promossa ed capeggiata da Lo Sciuto con la collaborazione del massone Giuseppe Berlino, composta anche dall'ex sindaco di Castelvetrano Felice Errante, dall'ex vice sindaco Vincenzo Chiofalo e dal commercialista massone Gaspare Magro che aveva come obiettivo il condizionamento dell'attività di organi costituzionali e della pubblica amministrazione.

La loggia massonica segreta sarebbe stata collusa con esponenti di rilievo del mondo politico, delle forze dell'ordine, delle istituzioni e degli enti di governo del territorio, del comparto sanità e dell'imprenditoria.

In particolare avrebbe condizionato scelte politiche ed amministrative, come la nomina di quattro assessori a Castelvetrano, l'assegnazione di pensioni di invalidità o indennità di accompagnamento e l'assunzione in strutture pubbliche e private.

L'indagine, infine, ha infine portato alla luce diversi episodi di violazione del segreto istruttorio e favoreggiamento nei confronti di Lo Sciuto da parte di appartenenti alle Forze dell'Ordine e di esponenti politici regionali come l'ex presidente dell'Ars Francesco Cascio, finito agli arresti domiciliari.

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