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Migranti della Sea Watch, il pm: fu sequestro di persona. Dissequestrata la Mare Jonio

La Sea Watch 3 ferma in mare

Sullo sbarco dei 47 migranti (di cui 15 minori non accompagnati) a bordo della Sea Watch, la nave umanitaria della ong tedesca, battente bandiera olandese, che il 31 gennaio scorso fu autorizzata ad attraccare a Catania, dopo essere stata in balia delle onde per dodici giorni in attesa di un porto sicuro, di cui sei in rada a Siracusa, è ravvisabile il reato di sequestro di persona.

Ne è convinta la procura di Roma la cui inchiesta, aperta contro ignoti, è stata trasmessa ai colleghi di Siracusa per competenza territoriale.

Il pm Sergio Colaiocco aveva aperto un procedimento il primo febbraio scorso a seguito di un esposto in cui si chiedeva di indagare per omissione in atti d’ufficio.

La procura della capitale, che aveva affidato alla Guardia Costiera i primi accertamenti, ha ritenuto che nei confronti dei profughi della Sea Watch ci sia stata una limitazione della libertà personale al pari dei migranti che erano a bordo della nave Diciotti.

Da qui la contestazione del sequestro di persona e la trasmissione del fascicolo alla procura di Siracusa (città dove si sarebbe consumato il reato più grave) che dovrà valutare se ci siano o no eventuali profili di competenza del tribunale dei ministri di Catania.

Intanto, il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella e il sostituto Cecilia Baravelli hanno disposto il dissequestro della nave «Mare Jonio» della Ong Mediterranea, per «cessate esigenze probatorie, dopo gli accertamenti della Guardia di finanza». La nave era stata sequestrata dopo che aveva salvato, a 46 miglia dalla costa libica, 50 migranti e dopo essere approdata al molo di Lampedusa. La conferma del provvedimento è arrivata anche dalla stessa ong. «Felici di annunciare che Mare Jonio è libera. Ci è stato notificato dalla Procura di Agrigento il dissequestro della nave. Andiamo avanti. A testa alta», scrive Mediterranea in un tweet.

Nel registro degli indagati, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per mancato rispetto dell’ordine di arrestare l’imbarcazione imposto dalla Guardia di finanza, sono stati iscritti il comandante della nave Pietro Marrone e il capo missione Luca Casarini, ascoltato per sette ore, la scorsa settimana, alla brigata delle Fiamme gialle di Lampedusa. Martedì, alla presenza del legale di fiducia, Casarini verrà interrogato alla procura di Agrigento.

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