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Caos sbarchi a Lampedusa, migrante incinta positiva al Coronavirus partorisce in elicottero

Una migrante incinta, positiva al Coronavirus, che era approdata a Lampedusa, ha partorito a bordo di un elicottero del 118 della Regione Siciliana che la stava portando a Palermo. La donna è stata assistita dai medici e personale del Sistema sanitario regionale, ai quali l'assessore alla Salute Ruggero Razza ha rivolto il proprio ringraziamento per quanto sempre fatto. «Per noi - ha detto l'esponente del governo Musumeci - il diritto alla salute di tutti è la unica stella polare. Dalla quale non arretriamo e non arretreremo».

Intanto sull'isola tiene ancora banco la questione migranti, con l'hotspot sempre in difficoltà: «Nessuno vuole accogliere e la soluzione è stata trovata con le navi quarantena, adesso ne devono arrivare altre tre: una per svuotare l’hotspot e le altre per stare in rada per quando arrivano i migranti», ha detto il sindaco Totò Martello, intervenendo a Radio anch’io di Radio Rai 1.

Delle navi «delle Ong in questo periodo a Lampedusa non ne sono venute, nessuna. Non c'è stato alcuno sbarco da navi di Organizzazioni non governative - spiega -. Mi aspetto che vengano risolti i problemi quotidiani, non possiamo avere un porto tappezzato di barche che sono arrivate in questi giorni, si dice siano oltre 300, ma non sappiamo neppure quante sono perché abbiamo perso il conto».

«In quest’ultimo periodo abbiamo sentito soltanto slogan, nessuno ha parlato effettivamente del problema dell’immigrazione. In Italia c'è paura di affrontare il problema: c'è uno che pensa che si grida e si risolve il problema, e l’altro che pensa di nasconderlo, ma il problema resta uguale e identico come era prima», ha aggiunto il primo cittadino.

Intanto quattordici tunisini sono stati arrestati, dai poliziotti della Squadra Mobile di Agrigento, dopo essere sbarcati, nei giorni scorsi proprio a Lampedusa. Nove, nello specifico, sono stati bloccati perché rientrati illegalmente sul territorio nazionale nonostante fossero destinatari di decreto di respingimento con divieto di reingresso nel territorio italiano e nell’area Schengel.

Altri 5 invece sono stati arrestati perché destinatari di decreto di espulsione con divieto di reingresso. Su disposizione della Procura, i 14 tunisini sono stati posti ai domiciliari ad Agrigento in una struttura di accoglienza per migranti in quarantena, in attesa del giudizio direttissimo.

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