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Emergenza migranti, Musumeci: "Sicilia allo stremo, Roma vuole campi di concentramento"

Il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci

«Ci sorprende che la stampa abbia dato particolare clamore a una ordinanza che ho adottato anche nella qualità di soggetto attuatore per l’emergenza Covid-19: in tale veste questa non è la prima ordinanza adottata. Le due precedenti sono state varate nell’ultimo mese e i destinatari hanno assolutamente rispettato e dato applicazione alla misure previste».

Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, nel corso della conferenza stampa a Catania sulla sua ordinanza che prevede a mezzanotte lo sgombero degli hotspot e dei centri di accoglienza.

«Da parte nostra non c'è alcuna volontà di scontro con lo Stato. Lo Stato siamo noi Regione, i Comuni, le Province. Nessuna volontà di scontrarsi con il governo centrale. Abbiamo adottato una condotta improntata da grande rispetto, ci aspettiamo lo stesso dal governo, non certo atteggiamenti di arroganza, superficialità, o peggio i silenzi che servono a far perdere tempo per neutralizzar gli effetti dei problemi. Avevamo lanciato l’allarme già a marzo e siamo stati ignorati. A questo atteggiamento noi rispondiamo con fermezza nell’adempimento dei rispettivi doveri».

«Abbiamo solo rivendicato - ha aggiunto - il diritto di tutelare il diritto alla salute dei siciliani, di chi si trova in Sicilia, i milioni di turisti, e dei migranti ammassati negli hotspot. Da Roma è arrivato solo il silenzio davanti alle nostre sollecitazioni e a numeri impressionanti degli arrivi di migranti».

«I numeri degli arrivi sono impressionanti: solo a luglio sono arrivati 7067 migranti e ad agosto altri tremila. Nel 2019 sono stati a luglio 1088, ad agosto 1268 in tutto il mese. Davanti questi numeri impressionanti, il governo è arrivato a pensare solo ai campi di concentramento. Pensavano a una tendopoli-baraccopoli anche a Vizzini in un deposito militare a Vizzini, abbandonato da anni. che ci ricorda luoghi e contesti assolutamente da dimenticare. E tutto questo senza consultare neppure il sindaco».

«Abbiamo mandato i nostri medici nel campo ci concentramento di Vizzini e i medici hanno detto che non esistono i requisiti igienico-sanitario: si sono apparentemente fermati, ma vedrete che andranno avanti». Il 26 giugno, ricorda, «è stato chiesto al governo nazionale la dichiarazione dello stato di emergenza per Lampedusa, sanitario, sociale ed economico. Ancora oggi non è stato dichiarato, nonostante lo stato d’animo in cui vivono gli operatori di quelle isole».

«Cosa faremo alla mezzanotte, se i soggetti che sono chiamati a dare attuazione alla legittima ordinanza del presidente della Regione, non lo faranno? A noi rimarrebbe solo una strada, quella di rivolgerci alla magistratura poiché ci troveremmo di fronte a una palese omissione, con tutto quello che può determinare in un contesto di epidemia. Se il governo dovesse impugnare la nostra ordinanza, faremo valere le nostre ragioni nelle sedi opportune».

«Se il governo dovesse venirci incontro - ha aggiunto - potrà chiederci 2-3-5-8 giorni di tempo per trovare la possibilità di ricollocare i migranti e di mettere i sigilli in tutti i centri di accoglienza. Se non lo farà, però, li apporremo noi, e metteremo fine a questa indecorosa pagina della nostra Isola. La gente non ne può più e non possiamo accettare che questa gente venga trattata in maniera disumana».

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